giovedì 6 aprile 2017

Antonino Russo 

Riflettevo che la V Domenica di Quaresima con la Solenne Adorazione della Croce, rappresenta una anticipazione della Settimana Santa.

Una prima ragione è nel Vangelo di oggi: si parla di lacrime, di dolore, di forte commozione di Gesù per la morte di Lazzaro. Ma soprattutto si parla della fede di Marta e della Resurrezione di Lazzaro che è una anticipazione della Resurrezione di Gesù.

Credo ci sia un fil rouge tra questa pagina del Vangelo e il giovedì Santo, giorno in cui noi Confratelli ci metteremo in camino per il secolare Pellegrinaggio ai Sepolcri.

Sì, è vero, sarebbe più corretto dire: “Altari della Reposizione” ma lasciatemi fare una considerazione: credo che sia lo stesso sepolcro di Lazzaro quello che andremo a visitare.

E’ un sepolcro dove non si respirerà odore di morte ma di vita e non solo per il profumo dei fiori che adornano il tabernacolo ma per la presenza di Cristo, vivo nella Santissima Eucarestia ed esaltata dalla maestria di coloro che hanno preparato questo luogo di preghiera.

E’ un sepolcro dove si respirerà il profumo dell’amicizia, quella che unisce la posta di Confratelli come quella che univa Lazzaro, Marta e Maria a Gesù.

Il sepolcro è l’unico posto del Pellegrinaggio che ci vedrà scoprire il volto dal cappuccio per la presenza del Santissimo Sacramento.

E’ probabilmente l’unico posto che riesce a sfidare il tempo e, in alcuni casi, anche… le leggi della fisica!

Basti pensare alla nostra Chiesa del Carmine e al suo Presbiterio piuttosto ristretto (evidentemente non era da ritenersi tale quando era stato concepito, visto che si trattava di una chiesa di campagna) che sembra, grazie al lavoro di alcuni bravi Confratelli, a dilatarsi come spazi.

Gli ingegnosi accorgimenti consentono di realizzare dei Sepolcri che ogni anno invitano sempre più alla preghiera e al raccoglimento: è lì che ci inginocchieremo, davanti al cospetto del Santissimo, a piedi nudi, in adorazione.


Questa sera quindi saremo in abito di rito, a piedi nudi e col cappuccio calato esattamente come Giovedì Santo. Adoreremo Colui che, morendo sul trono irrazionale della Croce, ci ha donato la vita eterna al suono delle marce funebri, al suono della Troccola e alla presenza della Croce dei Misteri.

Iniziamo a fare leva sulla forza della preghiera e sul Sacramento della Riconciliazione per smuovere le pietre dei nostri sepolcri, per tornare a Dio con cuore nuovo.

Giacomo Leopardi, nel “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” scrive:

“Ove tende questo vagar mio breve?”.

Credo che la risposta sia: davanti a Gesù. E’ lì che il pellegrinaggio della vita come quello del giovedì Santo, acquista un senso.