Sto guardando le foto del pellegrinaggio del giovedì santo. Sono passati sette giorni e ancora sto digerendo le emozioni di questa settimana Santa appena trascorsa, dovrò avere il tempo di metabolizzarle prima di poterle esternare compiutamente; nel frattempo, immaginando di aver avuto tra le mani una macchina fotografica, vi propongo alcune istantanee che ho impresso nella mia mente.
La prima è di domenica sera: un tempo dovevamo attendere che uscissero i giornali la mattina del lunedì santo prima di ascoltare commenti e sciocchezze riguardo le offerte delle gare, adesso in real time le possiamo leggere sui nostri smartphone a gara ancora in corso.
Un termine, purtroppo, molto noto negli ultimi tempi è hater: “Il termine dispregiativo hater si riferisce a una persona che esprime odio nei confronti di un determinato soggetto in spazi di discussione pubblica, in particolare in quelli presenti nel World Wide Web, come i forum e siti come YouTube. ..”. Noto con dispiacere che anche i nostri Riti, i confratelli e più in generale la nostra città sono ormai nel mirino di questa gente.
Mercoledì sera, salone del Santissimo Crocifisso, riunione degli aggiudicatari. ...Il Priore..Come un allenatore nello spogliatoio con i suoi atleti prima della partita più importante di tutto l’anno: al principio duro, nervoso, sottolinea gli errori del passato, poi in un crescendo ci esalta, ci esorta ed essere migliori, a tirare fuori il massimo; si scalda, ma continua battendo i pugni, alzando il tono della voce e alla fine l’applauso parte sincero e di cuore da parte di tutti.
Giovedì..Il sepolcro allestito sull’altare maggiore del Duomo invece che nel cappellone di San Cataldo. Una novità positiva a mio giudizio.
Vicolo San Martino all’uscita dal tempio di San Domenico. Il buio, la strada sdrucciolevole e sporca di escrementi e spazzatura.
Venerdì, il troccolante che non lesina di farsi scattare foto con i bambini. Nelle loro mani, nelle loro menti e soprattutto nel loro cuore il futuro dei nostri Riti.
I blocchi di cemento a chiudere le strade; i reparti operativi delle forze dell’ordine. Stiamo celebrando il funerale di Gesù, tutto questo può sembrare esagerato, ma il mondo intorno a noi sta impazzendo.
Il caldo di questi giorni è particolarmente strano. Abituati al freddo di quasi tutte le settimane maggiori, quest’anno quasi si suda.
Via Anfiteatro conserva inalterato il suo fascino. Posizionarsi lateralmente alla statua della Vergine Addolorata e guardare tutta la processione davanti è uno spettacolo unico.
Ti fermano per chiederti come mai la processione sia in ritardo, gli altri anni a quest’ora stava già all’isolato successivo. Percorri cinquanta metri e ti ferma qualcun altro per chiederti come mai la processione sia in anticipo, gli altri anni a quest’ora stava ancora all’isolato precedente. Percorri cento metri e qualcuno ci tiene a farti sapere che la tale banda non sta suonando come dovrebbe.
Torni indietro dall’altro lato della strada e qualcuno, senza che glielo abbia chiesto, ci tiene a dare un giudizio sul modo di portare la tale statua da parte degli aggiudicatari. E’ vero che dobbiamo fare penitenza, però a tutto c’è un limite!
Il sole che sorge alle spalle di San Francesco e scalda piano piano l’asfalto. Dai bar profumo di cornetti e di caffè. E’ mattina, è Sabato Santo e la troccola è già parecchio avanti.
Finalmente possiamo aprire il pacco. Ci era stato promesso un regalo e quando siamo quasi giunti al traguardo ci viene concesso di scartarlo. Un’ora. Un’ora ulteriore di processione. Un’ora ancora da poter passare li.
Il sole che sorge alle spalle di San Francesco e scalda piano piano l’asfalto. Dai bar profumo di cornetti e di caffè. E’ mattina, è Sabato Santo e la troccola è già parecchio avanti.
Finalmente possiamo aprire il pacco. Ci era stato promesso un regalo e quando siamo quasi giunti al traguardo ci viene concesso di scartarlo. Un’ora. Un’ora ulteriore di processione. Un’ora ancora da poter passare li.
E siamo felici come bimbi.