martedì 9 maggio 2017

Claudio Capraro

Si dice che in occasione della sua festa esca il freddo ed entri il caldo, ma a guardare il cielo sembrava fosse tornato l’autunno. Le note gioiose del Mosè hanno accompagnato la statua di argento del Santo patrono che dal Duomo è stata portata, sotto una leggera pioggerellina primaverile, sul carro addobbato di fiori ad imbarcarsi sulla motonave della Marina Militare per il tradizionale giro in mar Grande.

Gli affezionati che annualmente seguono il Santo nel suo periplo della rada di mar Grande oggi sono stati fortemente in dubbio, a causa del tempo, se seguire o meno la processione a mare, ma comunque il numero di imbarcazioni che hanno fatto da corona festante a San Cataldo è stato degno dell’importanza dell’avvenimento.

L’Arcivescovo con il Capitolo Metropolitano dopo aver affidato la statua al Comune nella persona del suo rappresentante, ha accompagnato il patrono sulla motonave scortato dai Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, unitamente ai Priori ed i commissari delle confraternite cittadine. Arrivati al molo Sant’Eligio, la pesante statua di San Cataldo è stata caricata sulla nave mentre tutti quanti scrutavano il cielo chi aprendo e chi chiudendo gli ombrelli, per cercare di capire come si sarebbe messo il tempo.

Effettuate le operazioni di sistemazione dell’effige sotto l’arco illuminato, si sono potuti mollare gli ormeggi e prendere il mare, tra le sirene dei vari natanti che accompagnavano. Dagli spalti del canale navigabile, dal lungomare e molti arrampicati sulla base del monumenti ai Marinai, migliaia di tarantini hanno seguito il percorso, decisamente più breve del solito causa le condizioni meteo, dell’imbarcazione in attesa che percorresse il canale navigabile.

 E quando finalmente il passaggio è avvenuto, dal castello è stata appiccata la miccia dei fuochi pirotecnici ed in particolare della tradizionale cascata a pioggia d’argento tanto cara al cuore di tutti i cataldiani.

 Dopo aver percorso un breve tratto di mar piccolo, la nave è attraccata sulla banchina di via Garibaldi e da qui, caricata sulle spalle dai confratelli della congrega di San Cataldo in Santa Caterina portata sino all’autocarro. 

Il notevole peso del simulacro d’argento ha chiesto uno sforzo particolare ai fratelli in mozzetta rossa, i quali con maestria hanno compiuto la loro operazione. 

Percorsa via Garibaldi, il Patrono della intera Diocesi ha potuto far ritorno al Duomo, da dove nella giornata del 10 memoria liturgica di San Cataldo, sarà nuovamente portato in processione tra le vie del borgo antico e di quello nuovo, sperando in un tempo più clemente di quello odierno che comunque non è riuscito a tenere lontani i tarantini dal loro Santo protettore.