Antonello Battista
L’evento era di quelli che capitano una sola volta nella vita, l’attesa e le aspettative erano tante e non sono state disattese. Vedere la Madonna Addolorata della nostra amata Arciconfraternita del Carmine in Piazza San Pietro, lì nel cuore della cristianità, dove la storia dell’umanità è stata fatta da uomini e papi grandiosi, e vederla incoronata dalle mani del Sommo Pontefice forse poteva essere l’evento più importante della mia vita e non volevo mancare.
Tutto è stato memorabile: il viaggio in bus coi confratelli, la condivisione di una nottata di chiacchiere o di pisolini con chi condivide le tue stesse passioni e il tuo carisma di fede; la sensazione di trovarsi tra la maestosità delle mura Leonine e del colonnato del Bernini, ti facevano sentire piccolissimo al cospetto della grandiosità dello scorrere tempo che sembra fermarsi tra quei marmi e quelle colonne che la sapienza infinita di Dio ha creato per mezzo dell’ingegno di artisti dal nome immortale.
Il caldo di una lucentissima mattinata romana, metteva a dura prova la resistenza di tutti noi confratelli e consorelle presenti , ma ad un tratto quasi come un’apparizione Lei è comparsa alla nostra sinistra uscendo dall’arco delle campane e costeggiando la parte iniziale del colonnato. Un nodo alla gola mi ha strozzato il respiro, quel dolce profilo nero che riconoscerei da chilometri di distanza, si apprestava a salire il sagrato del luogo dove le anime di tutti i cattolici si affollano per farsi Chiesa regale di Cristo, testimoni del suo Vangelo. Le spalle dei portatori erano rese forti dall’orgoglio di tutti noi per la dignità della scelta degli sdanghieri e delle forcelle ed il decoro col quale a “mezzo passetto” procedevano verso la Basilica facendoci sentire tutti lì sotto con loro, le nostre preghiere li sostenevano, i nostri pensieri erano tutti per Lei, il suo velo svolazzante sembrava accoglierci tutti sotto il suo materno manto d’amore.
Una fierezza mai provata mi ha smosso il petto, gli occhi brillavano dall’emozione, la sensazione di appartenenza alla congrega traspariva dal mio sguardo fisso su quella sagoma ormai di spalle che percorreva gli ultimi metri del sagrato. Infine il sorriso immenso di Papa Francesco, che poco dopo la sistemazione del simulacro della Vergine dietro il palco riservato al Santo Padre, ha irradiato i cuori di tutti i presenti, ha reso praticamente perfetta una giornata che se dapprima appariva come memorabile, ora diventava sempre più indelebile in ogni angolo della memoria.
La valenza campale di quest’evento ha sublimato la stessa storia della nostra Arciconfraternita, i 250 anni della donazione delle due statue storiche di Gesù Morto e dell’Addolorata, non sono un traguardo, ma solo una tappa del nostro cammino, che tutti noi confratelli e consorelle desideriamo possa essere sempre più costellato di esperienze straordinarie come questa, a maggior gloria del nome della nostra congrega e della Beate Vergine del Carmelo.
Un sincero ringraziamento va in conclusione, al nostro Priore Antonello Papalia ed al Padre Spirituale mons. Marco Gerardo ed uno ad uno, a tutti i loro collaboratori che col loro lavoro e la loro costanza hanno potuto donarci la gioia di aver assistito ad un evento forse irripetibile che niente e nessuno potrà cancellare dalla nostra memoria e dagli annali della storia della nostra città.