Valeria Malknecht
Con
la processione “a terra” che si è svolta ieri sera per le vie della città
vecchia e del borgo umbertino, si sono conclusi i festeggiamenti in onore di
San Cataldo.
Come
ogni anno, infatti, la città di Taranto ha onorato il suo Santo patrono con una
serie di appuntamenti religiosi, primo fra tutti il pellegrinaggio delle
confraternite alla tomba del Santo, tenutosi lo scorso venerdì 5 maggio e,
successivamente, con le due tradizionali processioni per mare e per terra.
Attraverso
un simbolico abbraccio, le confraternite della città ed i cittadini hanno
omaggiato il Santo muovendo in cammino verso di Lui, chiedendogli conforto e
protezione.
Ed
il Santo, a sua volta, ha risposto alla città solcando benedicente il mare e
percorrendo le strade di una Taranto tanto amata, ma anche così tanto turbata
da questi nostri tempi, così pieni di contraddizioni.
Tempi
in cui il mare sa donare vita e speranza, ma sa anche toglierla.
Tempi
in cui la città assiste impotente alla inevitabile fuga di chi va via in cerca
di qualcosa di migliore, ma che è anche la prima ad attendere sull’uscio di
casa il proprio figlio che ritorna.
Tempi
in cui c’è da rimboccarsi le maniche ed operare insieme per il bene di tutti.
Ieri
San Cataldo, attraversando la città, ha benedetto le strade che fanno da sfondo
ogni giorno al nostro quotidiano: le stesse strade che ci hanno visti bambini,
che ci hanno sorpresi innamorati, che hanno visto nascere e crescere le nostre
famiglie, che ci hanno ritrovati a volte delusi e tristi; luoghi del cuore che
hanno contribuito ad elaborare un ricordo di cui abbiamo nostalgia e che
altrettanti ne costruiranno.
Il
nostro Santo è proprio il punto di congiunzione della città con i suoi figli.
E
noi, popolo di questa città e figli di questa terra, fra le note delle marce
trionfali ed i colori dei fiori e delle mozzette che da sempre circondano il
Santo in questa ricorrenza, lo abbiamo accompagnato con fede e devozione,
affidandogli le nostre intenzioni e speranze perché il futuro sia bello e,
magari, non lontano da qui e dai nostri affetti più cari.
Lungo
il percorso della processione non sono mancate, come ogni anno, le parole di
sostegno e di incoraggiamento del Vescovo di Taranto affinché la città possa
rinascere nel rispetto del lavoro e della salute.
Sua
Eccellenza Santoro, inoltre, ricordando il vero significato dell’appartenenza e
della identità, ha spiegato che l’esempio di San Cataldo non è quello di un
super uomo, bensì di un una “persona di fatica come noi” che non si scoraggia,
che offre un “nuovo umanesimo”.
San
Cataldo è “un naufrago senza nulla”, la cui vera ricchezza era la fede, che ci
ha uniti tutti.
Il
messaggio del Vescovo, si è concluso invocando la benedizione del Santo patrono
su tutti noi, affinchè Lui possa tornare ad “indicarci il nostro suolo, la
terra che Dio ci ha donato e ci insegni a combattere le sfide comuni. Insieme
l’uno con l’altro, e non l’uno contro l’altro. Servire per amore” perché
Taranto sia una città accogliente come, un giorno, accolse proprio San Cataldo.
Le foto sono del nostro Confratello, Collaboratore, Cav. Piero Bisignano.