venerdì 12 dicembre 2014

Umberto De Angelis

Da pochi giorni è passata la festa di Santa Cecilia, ormai siamo entrati nel periodo più importante dell’Avvento. Siamo giunti alla festa dell’Immacolata, primo scambio di auguri, in attesa di Gesù Bambino che ogni anno arriva per aprire i nostri cuori ai suoi Doni e alla Sua Parola.

Per i confratelli e le consorelle questo giorno di festa è scandito da tempi stretti, bisogna mangiare presto per essere in Casa Confraternita alle 15.30 per prepararsi alla processione dell’Immacolata.

Quando siamo arrivati con mio figlio Enrique, giovane confratello, il portone era aperto e per le scale che portano ai saloni abbiamo incontrato tanti giovani confratelli, con le loro valigie e le mozzette appese ai porta abiti, altri che avevano già trovato posto nel salone per vestirsi.

Strette di mano, tanti abbracci e scambi ai auguri, è stata anche questa la festa, incontrarsi per poter condividere con gli altri le emozioni e i sentimenti più sinceri.


Breve riunione del Priore con il gruppo di coordinamento della processione, per me è stata la prima volta, un punto di osservazione privilegiato, un compito nuovo. Ho compreso fino in fondo le aspettative, i ruoli, le responsabilità e lo spirito di servizio con cui tutti i componenti del gruppo si dispongono per svolgere la processione, ognuno per la propria parte, con un unico obiettivo: “semplicità e decoro del nostro Sodalizio”. Quella stella d’argento che mi hanno consegnato e che ho applicato sull’asola del giaccone mi ha guidato e mi ha ricordato che sono al servizio degli altri confratelli, che come me testimoniano la fede e la devozione alla Madonna.

Durante la vestizione i confratelli si sono aiutati fra loro e l’esperienza maturata negli anni mi ha permesso di collaborare facilmente con tutti. La cura con cui si indossa l’abito è parte integrante del rito, l’attenzione ai particolari e al decoro sono fondamentali per essere belli anche nell’aspetto oltre che nell’animo, mentre l’emozione dell’uscita cresceva in tutti.

Il tempo scorreva veloce, erano già le 16.30 e dovevamo raggiungere la Cattedrale. Disposti a coppie su via D’Aquino, dopo aver atteso che gli ultimi confratelli si fossero disposti con gli altri, siamo partiti in corteo verso la Cattedrale per partecipare alla Messa solenne, prevista alle 17.00, celebrata dal nostro Vescovo S. Ecc. Filippo Santoro, alla presenza di tutte le confraternite di Taranto.

L’arrivo in Cattedrale è sempre stato emozionante. Percorrendo la navata centrale risaltavano i colori delle mozzette dei confratelli che a gruppi erano disposi lungo le navate tutti intorno al simulacro dell’Immacolata, come a stringerla un collettivo abbraccio filiale. I labari delle confraternite, del Comune e delle associazioni testimoniavano la solennità della Celebrazione.

Nell’omelia del nostro Vescovo, a commento del Vangelo di Luca (Lc 1, 26-38), ha messo in evidenza la figura di Maria, giovane donna promessa sposa e la sua natura Immacolata, perché Dio l’aveva prescelta da sempre quale madre di Gesù e l’aveva preservata dalla colpa originale. Fondamentale e forte è la risposta di Maria: «Avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38); mettendo a disposizione del Progetto Divino tutta se stessa, accogliendo la Sua volontà. Anche a noi è chiesto di ascoltare Dio che ci parla e di accogliere la sua volontà. In ogni situazione della nostra vita dobbiamo essere pronti all’ascolto, sia nei momenti lieti che in quelli più difficili, perché Dio ci parla sempre. Dobbiamo lasciarci coinvolgere dal progetto che Dio ha per ognuno di noi.

Al termine della Celebrazione intorno alle 18.00 ci siamo disposti in processione, per il percorso in Città Vecchia nel lungo corteo delle Confraternite di Taranto. Il nostro gruppo della Confraternita del Carmine era fra quelli più numerosi con 82 fra confratelli e consorelle partecipanti.

Stretti in un grande abbraccio devozionale moltissimi fedeli tarantini aspettavano i confratelli e la statua dell’Immacolata nella piazza del Duomo e lungo il percorso che si è articolato nelle vie interne del borgo antico, purtroppo sempre più spesso “ferito” da crolli, impalcature di sostegno ed edifici pericolanti in attesa di ristrutturazione.


Nel lungo percorso fino alla piazza Castello, alternando preghiere e ascolto delle pastorali tarantine ho potuto conoscere tanti confratelli giovani e anziani, ed assisterli nel sistemare i cappucci sferzati dal vento di tramontana.

La temperatura più bassa e le folate fredde di vento hanno in parte velocizzato il corteo così che siamo giunti nella piazza Castello intorno alle 20.30. Ad attendere la statua della Madonna due ali di confratelli e tanta gente rimasta a seguire per tutto il percorso. Lo spettacolo pirotecnico in onore dell’Immacolata ha catturato l’attenzione di tutti e concluso la processione. Dopo una preghiera personale di ringraziamento siamo rientrati in corteo in Casa Confraternita, a passo svelto ma composto.

Prima di scrivere questo articolo ho avuto il piacere di leggere un passo dell’Angelus di Papa Francesco di ieri 08 Dicembre 2014 che mi ha fatto riflettere e che voglio condividere con tutti voi, confratelli, consorelle e lettori:

“ … La salvezza è un dono gratuito del Signore, un dono gratuito di Dio che viene in noi e abita in noi. Come abbiamo ricevuto gratuitamente, così gratuitamente siamo chiamati a dare (cfr Mt 10,8); ad imitazione di Maria, che, subito dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo, va a condividere il dono della fecondità con la parente Elisabetta. Perché, se tutto ci è stato donato, tutto dev’essere ridonato. In che modo? Lasciando che lo Spirito Santo faccia di noi un dono per gli altri. Lo Spirito è dono per noi e noi, con la forza dello Spirito, dobbiamo essere dono per gli altri e lasciare che lo Spirito Santo ci faccia diventare strumenti di accoglienza, strumenti di riconciliazione, strumenti di perdono. …”

Decor Carmeli