Siamo nel mese di ottobre, il mese che la devozione del popolo dedica da sempre al Santissimo Rosario, l'espressione di pietà popolare più diffusa in tutto l'orbe cristiano. È una preghiera popolare che è sempre stata incoraggiata dal magistero della Chiesa e, in particolare, dall'insegnamento dei Papi. Ripercorriamo allora, in un veloce excursus, il rapporto fra il Rosario e i Romani Pontefici. In questa prima parte vediamo i Papi dal XV al XIX secolo. Nel prossimo, vedremo i Papi del XX secolo
Sisto IV
Papa Sisto IV, al secolo Francesco della Rovere, fu il primo pontefice, nel 1478, ad occuparsi del Rosario. Prendendo atto della diffusione della pia pratica, concesse numerose indulgenze alle famiglie religiose e alle Confraternite che vi si dedicavano. Lo stesso papa ci informa che già allora la pratica prevedeva la recitazione di 150 "salutazioni angeliche", vale a dire la prima parte dell'Ave Maria, comprendente i saluti a Maria da parte dell'Angelo e da parte di Santa Elisabetta.
- Ave Maria gratia plena, Dominus Tecum (Luca 1, 28)
- Benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui (Luca 1, 42)
Innocenzo VIII
Già a partire dai primi decenni del ‘400, in diverse parti d'Europa era invalso l'uso di posporre il nome di Gesù alle salutazioni, giungendo di fatto alla prima parte della preghiera dell'Ave Maria come ancor oggi viene recitata. Fu papa Innocenzo VIII, alla fine dello stesso secolo ‘400 a sancire questa nuova "forma" dell'Ave Maria, concedendo indulgenze a quanti l'avessero recitata in questo modo.
I Papi, il Rosario e le Confraternite
Particolarmente importanti per la storia del movimento Confraternale furono i papi che precedettero san Pio V i quali confermarono e incoraggiarono la preghiera del Rosario e fondarono numerose Confraternite dedite al suo culto. Così i papi Alessandro VI (quel Rodrigo Borgia, famigerato per la condotta morale, eppure autore dell'ancor utilizzato oremus che conclude la preghiera dell'Angelus), Leone X (il famoso Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, il pontefice che dovette affrontare nel 1517 gli attacchi dell'eresiarca Lutero), Adriano VI (quell' Adriaan Floriszoon Boeyens d'Edel, unico papa Olandese della storia, già precettore dell'imperatore Carlo V e Inquisitore di Spagna), Clemente VII (quel famoso Giulio Zanobi, nipote di Lorenzo il Magnifico, il papa che dovette affrontare lo scisma anglicano per i pruriginosi desideri del re d'Inghilterra Enrico VIII).
San Pio V, il primo Papa del Rosario
La bolla "Consueverunt Romani Pontifices", del 17 settembre 1569, del grande papa San Pio V, rappresenta invece la consacrazione definitiva del Rosario come preghiera non solo consentita, ma raccomandata a tutta la cristianità. Scrive quindi colui che appena due anni dopo sarebbe divenuto il grande "condottiero spirituale" di Lepanto: "Il beato Domenico inventò allora quel modo assai facile e pio e accessibile a tutti di pregare Dio, chiamato Rosario o Salterio della Beata Vergine Maria, che consiste nel venerare questa Beata Vergine ripetendo centocinquanta volte la salutazione angelica, secondo il numero dei salmi di Davide, interponendo ad ogni decina il Padre nostro e alcune determinate meditazioni, che illustrano tutta la vita del Signore Nostro Gesù Cristo."
Con la semplicità e insieme con la solidità teologica che sono proprie dei santi, Pio V ci spiega il senso profondo della preghiera del Rosario "inventata" quasi quattro secoli prima da san Domenico da Guzman: una preghiera accessibile a tutti, una preghiera di venerazione nei confronti della Madonna, una preghiera autrenticamente cristocentrica, con le meditazioni sulla vita di Gesù. L'anno dopo la clamorosa e imprevedibile visttoria dei principi cristiani nelle acque di Lepanto, san Pio V torna a parlare del Rosario in un'altra bolla, la Salvatoris Domini, con la quale istituisce la festa liturgica del Rosario proprio a ricordo della vittoria nella battaglia del 7 ottobre 1571
Gregorio XIII
Sarà poi il successore di san Pio V, Gregorio XIII, con la Monet Apostolus, a fissare la festa del Rosario nella prima domenica di ottobre. Dopo Gregorio XIII, per tre secoli furono numerosi i Papi che si pronunciarono sul Rosario. Non introdussero grandi novità teologiche, ma si limitarono, nelle varie occasioni, anche loro, ad erigere Confraternite dedite al culto del Rosario, e ad accrescere le indulgenze legate alla preghiera del Rosario e alla sua propagazione.
Beato Pio IX
Papa Mastai Ferretti aprì ufficialmente il Concilio Vaticano I l'8 dicembre del 1869. Solo una settimana prima nella lettera apostolica "Egregiis suis" scriveva ai cristiani di tutto il mondo:
"Come san Domenico adoperò questa preghiera (il Rosario) quale arma invitta per disperdere la nefasta eresia albigese, che minacciava la pace e la tranquillità della società cristiana, così i fedeli, istruiti e rivestiti di questo singolare tipo di armatura, cioè della quotidiana recitazione del Rosario della Beata Vergine Maria, conseguiranno più facilmente l'intento di annientare tanti mostruosi errori ovunque insorgenti, con l'aiuto potente dell'Immacolata Madre di Dio e con l'autorità del Concilio Ecumenico Vaticano da noi indetto, e da inaugurare prossimamente".
Papa Pio IX, che forse più di altri, dovette subire un vero martirio a causa degli attacchi modernisti provenienti dai poteri forti da sempre nemici della Chiesa, raccomandava ai suoi figli la recita quotidiana del Rosario, che lui definiva come una "armatura" contro gli errori del suo tempo. Parole davvero profetiche e senza tempo!
Leone XIII
Papa Pecci resse il timone della barca di Pietro dal 1878 al 1903. È il Papa della Rerum Novarum, l'enciclica della moderna dottrina sociale della Chiesa. A ragione può essere considerato, dopo san Pio V, il Papa del Santo Rosario. Dedicò infatti al Rosario ben ventidue documenti fra i quali dodici encicliche. Fra esse la famosa Supremi Apostalatus Officio, del 1883, nella quale esorta tutto il popolo cristiano a recitare il Rosario, diventando un "esercito di contemplativi" contro i mali della società moderna. Nell'esercito dei contemplativi che risposero all'appello di Leone XIII, un "soldato" tutto particolare, un 42enne avvocato di Latiano, nelle nostre Puglie: fonderà il grande Santurario della Madonna del Rosario a Pompei e sarà beatificato da Giovanni Paolo II nel 1980: Bartolo Longo.
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