Messaggio di Augurio
nel Giorno del Natale del Signore
dell’Arcivescovo metropolita di Taranto
nel Giorno del Natale del Signore
dell’Arcivescovo metropolita di Taranto
Cari Sorelle e Fratelli,
riflettevo in
questi giorni su come tanti abbiano descritto questo Natale 2013 come un
Natale in tono minore rispetto agli altri passati. I problemi li
sappiamo a memoria e nell'ordine giusto.
Consentitemi, però,
di farvi un rimprovero paterno. Quest'anno è più Natale degli altri
anni. Tante aspettative e accessori vari nei nostri presepi hanno
oscurato una protagonista immancabile delle nostre natività. Per il
presepe occorrono almeno il Bambino Gesù, la Vergine, San Giuseppe, il
bue e l'asinello e… la mangiatoia piena di paglia. Spesso dimentichiamo
quest'ultima. Essa è il segno della nostra povertà, delle nostre
miserie, soprattutto umane. Miserie che il Signore si china a
raccogliere, ad abbracciare e a redimere.
Il mio augurio vi
sproni a non nascondere la paglia, a non metterla da parte, a non
mimetizzarla sotto le stoffe di un Natale che deve apparire in un certo
modo. Sarebbe ipocrisia. Ma questa mangiatoia è cercata da Dio, è
voluta da Dio. Gesù non teme la fragilità degli uomini.
Prego
per un Natale diconversione fiduciosa, perché dove arriva Cristo le cose
cambiano. Il Signore ha ancora fiducia in noi, ci cerca. Noi, invece,
lo cerchiamo?
Sull'invito di Papa Francesco, sollecito la
comunità cristiana di Taranto ad essere audace, creativa e coraggiosa
per il sostegno di coloro che soffrono. Non c'è sofferenza, sociale,
personale, fisica o morale che sia estranea al cuore della Chiesa.
Seguendo le strade della Provvidenza che condusse Maria e Giuseppe nella
grotta di Betlemme, anche noi, forti solo dell'amore di Dio, portiamo
la Luce del mondo, quella vera, che illumina ogni uomo. Dio ci parla e
noi apriamo il cuore per ascoltarlo e per portare la sua voce agli
altri.
Voce dei bambini, voce delle donne maltrattate, voce
degli ammalati, degli anziani sempre più soli. Papa Francesco nella sua
esortazione ci scrive, a cuore aperto: «È indispensabile prestare
attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e di fragilità in
cuisiamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo
apparentemente non ci porta vantaggi tangibili e immediati: i senza
tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani
sempre più soli e abbandonati» (cfr. EG 210).
Non vi
nascondo che spesso, nella società civile ho notato, con rammarico,
tante resistenze al dialogo e al confronto, l'arroccamento irrazionale
sui trespoli delle proprie opinioni a discapito del bene comune. Così
come constato tanta aggressività a piede libero sui social network, dove
si ferisce con leggerezza e non si favorisce il dialogo schietto e
fraterno.
Il Natale ci aiuti a non fare capolino
all'abbruttimento sociale che non è mai giustificabile per motivi
economici. Non penso solo all'inquinamento ambientale e alla
disoccupazione, penso anche, con sofferenza, al gioco d'azzardo, alle
cosiddette “macchinette” in ogni bar e nei tabacchini, al fenomeno
dilagante dell'usura, alla criminalità, al fiorire della prostituzione
in ogni angolo come se niente fosse.
Il Signore ci renda pronti all'annuncio del suo Vangelo, dia a noi la possibilità di un nuovo umanesimo, che ci faccia comprendere le ragioni del dialogo oltre ogni individualismo.
Il Signore ci renda pronti all'annuncio del suo Vangelo, dia a noi la possibilità di un nuovo umanesimo, che ci faccia comprendere le ragioni del dialogo oltre ogni individualismo.
Solo la comunione ci tirerà fuori qualsiasi tipo di crisi, ristabilirà il valore delle relazioni, sgominerà la violenza.
Cari
fratelli e sorelle, il fatto stesso di sapere con certezza che i
tarantini sono nei pensieri e nelle preghiere di papa Francesco, deve
farci trasalire di gioia e di grande fiducia. Procediamo senza
scoraggiarci perché quel “popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1).
Vi
faccio una promessa. Garantisco la gioia a tutti coloro che con cuore
sincero, nella NotteSanta, fiduciosi nel perdono del Padre, stenderanno
la mano verso il Figlio, il Bambino di Betlemme, e, sotto l'azione dello
Spirito di Dio, sentiranno il bisogno di cambiare vita e chiederanno il
dono inesauribile della redenzione. Fatelo e incontrerete la felicità
vera.
Vi abbraccio uno ad uno
Il vostro
+ Don Filippo,
arcivescovo di Taranto
+ Don Filippo,
arcivescovo di Taranto