mercoledì 11 marzo 2015

Luciachiara Palumbo 

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia". E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: "Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!". Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.


La statua all'interno della Chiesa non si mostra completamente al nostro sguardo, nascosta dalla volta del portone.

 La nazzicata viene interrotta bruscamente e quel Gesù viene abbassato per compiere quel passaggio e apparire in piazza, accolto dalle lacrime dei fedeli.

Il memorabile Nicola Caputo, già precedentemente citato, elaborò all'interno dei suoi scritti alcune ipotesi circa l'origine di questo simulacro. Dovendo essere il primo dopo il Gesù morto e l'Addolorata, la sua fabbricazione dovrebbe risalire alla fine del 1700, inizi del 1800.

L'autore probabile, a detta del nostro storico, dovrebbe essere stato il cartapestaio Surgente per la forma del petto di Cristo considerata come marchio di fabbrica dello stesso. In tutto il suo splendore viene nuovamente rialzato una volta entrato nel cuore della città, una volta immerso nel bagno di folla. 

Quando i confratelli lo caricano sulle spalle e quindi lo sollevano sembra di poter assistere alla scena in cui da terra quel durissimo legno venne innalzato e quel corpo straziato precedentemente mostrò tutto il suo dolore a chi assisteva impotente.

Gli occhi socchiusi e le labbra semi aperte in quel modo fanno percepire un sospiro o forse un grido. Deve aver abbassato il capo per quel bruciore così intenso proveniente dalle piaghe inflitte dalla lancia o proveniente dal sangue caldo che colava giù dalle mani e dai piedi. L'osso della spalle fuoriesce da essa dopo averlo tirato come fosse stato fatto di gomma. 

E' stanco Gesù, sono state ore lunghissime… ma non è il tempo, non è la durata dello strazio a sfinirlo… Il dolore fisico si fa da parte e cede il posto a quella profonda sensazione di solitudine e a quella resa incondizionata davanti alla morte. 

La vede avvicinarsi a Lui lentamente, ne avverte il respiro gelido e, restio, tenta ancora una volta di divincolarsi ma poi ne è assorbito totalmente… Sospira, grida, invoca pietà per l'ultima volta e lo spirito, lo spirito di uomo divino abbandona e abbraccia contemporaneamente ognuno di noi…