giovedì 19 marzo 2015


Claudio Capraro

Certo arrivare all’angolo di piazza Carmine con via D’Aquino e girare a sinistra invece che a destra per la totalità dei partecipanti alla processione dei Misteri del 2015 rappresenterà comunque un momento seppur piccolo “di sbandamento”. Immagino che a partire dal Troccolante, sino alle forcelle che prendono posto alle spalle della Vergine Addolorata nessuno fosse, se non nato, almeno in grado di partecipare alla processione l’ultima volta che arrivata a quel punto si diresse verso il ponte girevole anziché verso piazza Immacolata.

Le statue, potessero parlare, lo ricorderebbero. Avrebbero tanto da dirci. Una volta passato il ponte ci potrebbero raccontare come in circa mezzo secolo, la città vecchia sia cambiata, sia stata abbandonata, si sia demograficamente svuotata. Ma le statue non parlano e allora, sia pure per un anno soltanto, spetta a noi ridare linfa a quella che è la culla di tutti quanti noi, la culla delle nostre tradizioni, la culla dei nostri riti. Spetta a noi riportare in maniera degna quelle statue tra i vicoli della nostra isola; con il nostro “decor” e con lo zelo che è presente nel nostro Dna e che determinò quella scelta fatta duecentocinquant’anni or sono.

Attraversiamo il ponte, scendiamo il Vasto, arrampichiamoci per Via Nuova, entriamo solennemente nel Duomo. E poi, percorrendo la strada Maggiore, stretti nell’abbraccio della folla, assaporando una sensazione nuova per noi “generazione delle transenne”, costeggiamo il luogo dove tutto ebbe inizio e dove le statue di Gesù morto e della sua Mamma Addolorata sosteranno sicuramente qualche istante, prima di prendere la strada per il rientro a casa. E sulle note di Jone, chiudendosi quel portone, si chiuderà anche un anno giubilare che è stato così ricco di avvenimenti e di celebrazioni che diventa difficile ricordarle tutte. Una cosa mi piace pensare; mi auguro che tutta la città, possa in questo anno, aver potuto godere del dono immenso dell’indulgenza plenaria che il Santo Padre, per il mezzo dell’Arciconfraternita del Carmine ha voluto elargire sì ai suoi iscritti, ma più in generale a tutta quanta la nostra Taranto.

Dal prossimo anno si torna per le vie del borgo umbertino, ma questo 2015 resterà impresso nella memoria e sarà riportato negli annali. Che lo zelo ed il decoro possano essere al centro di tutte le nostre azioni nei giorni del triduo.