Claudio Capraro
Ciao Mà. Come stai? Si lo so, è da un pò che non mi faccio vedere. Dai qualche settimana, che vuoi che sia, mica posso passare ogni giorno, lo sai vado sempre correndo da una parte all’altra; il lavoro, la famiglia, la bambina, ma tu ‘ste cose le conosci. E poi, anche se non hai il telefono, lo sai che ci sentiamo ogni giorno. Come? Si vabbè vedersi è diverso che sentirsi, però già è qualcosa.
Comunque, non mi hai detto come stai? Come sto io tu lo sai, conosci tutto di me, le mie gioie ed i miei dolori, gli affanni e le cose belle.
Ero passato a ricordarti che tra qualche giorno, ma tanto lo sai, dicevo tra qualche giorno usciamo. Ti fai bella, anzi mi correggo, ti fai più bella, ti portiamo fuori così per nove giorni possiamo venire tutti quanti a farti visita. Tutti noi fratelli e sorelle, tutti i conoscenti, tutti i tarantini, tutti quelli che ti vogliono bene. Dal mattino alla sera per nove giorni, tanta gente verrà a farti visita e tu accoglierai tutti. Appena entrati sia che la chiesa sia in penombra, sia illuminata per una funzione, la prima cosa che vedranno sarai tu, lì sull’altare addobbato elengantemente, con il tuo bell’abito crema e marrone ornato di fregi dorati. Con il Bambino in braccio ed entrambi con gli abitini in mano e le corone sulla testa. Tu accoglierai, benevola, tutti; ognuno con le sue preghiere, ognuno con le sue richieste, ognuno con i suoi ringraziamenti.
Cosa dici? Che per resto dell’anno tutto questo accade comunque? Si certo, Mà, lo immagino. Però che bello quando stai lì, a portata di mano, quando rivolgendosi a te lo si può fare guardandoti negli occhi, ammirando la bellezza dei tuoi boccoli, scorgendo particolari del tuo volto.
Certo Mà, quei giorni che caldo! No, non è vero che mi lamento sempre; è un fatto dimostrato a luglio fa caldo. Tu non senti caldo? E grazie, tu sei di un altro livello! Va bene dai cambiamo discorso, parliamo delle funzioni, che belle, ogni sera partecipare all’Eucarestia sotto il tuo sguardo e poter cantare quei canti bellissimi dedicati a te, che emozione: “Vergine del Carmelo, non ci staccar da te, guidaci tutti al cielo, noi ti seguiam con fe’…” o ancora “Fiore del Carmelo, fiorente vite, splendor del cielo, tu solamente, sei vergine e Madre…”. Si lo so non sono molto intonato, ma tanto in quelle sere la mia voce si confonde con centinaia di altre e poi me lo hai detto tante volte che tu non ci fai caso.
E vuoi mettere il giorno dell’aggregazione dei novizi? No, non lo so quanti saranno quest’anno, ma ti ricordi quando mi sono aggregato io? Che emozione! E’ vero, non ricordavo più quel particolare di quella mattina; tu invece ricordi tutto. Ma quanto bene ci vuoi a tutti quanti Mà? E’ normale per una madre, dici? Si, sarà pure normale, ma noi siamo tanti e tu ricordi particolari così piccoli di ognuno di noi.
No Mà di nuovo co’ ‘sta storia? Ma non dar retta, è uno scherzo. I primi a riderci siamo noi, siamo noi che ci scherziamo su. Ma non ci puoi restare male perché gli altri dicono che “sime stuedk”, ti ripeto è uno scherzo. Come? Si è vero se sento qualcuno che dice qualcosa di “poco simpatico” a proposito di mia figlia non mi fa per nulla piacere, che nessuno si deve permettere. Si vista in questa ottica ti capisco, ma ti assicuro che non c’è nessun motivo per restarci male, davvero. E poi Mà, diciamo la verità: “picca picca stuedk, sime!”.
Dai su, pensiamo alle cose belle; pensa alla processione, a te che esci con le campane che suonano a festa e la folla di fedeli che ti applaude sulle note di “Mosè”. La tradizione di esporre ai balconi le coperte buone con il passare degli anni va scomparendo, ma il sedici luglio sono ancora tanti i balconi addobbati dai quali ci lanciano coriandoli e petali di rose. E tanta gente che viene a renderti omaggio lungo il percorso, fino al rientro quando ormai il sole è tramontato, la brezza mitiga un po’ la nostra fatica e quelli di noi che hanno avuto l’onore di partecipare alla processione “senza cappello” rallentano il passo perché non ci stanno a rientrare in chiesa.
Beh, Mà, mo’ devo scappare, ho tante cose da fare. Come poco? Sono stato un bel po’, ci siamo fatti una bella chiacchierata. Tanto te l’ho detto nei prossimi giorni vengo ogni sera, tranquilla e poi ci sentiamo ogni giorno. Cosa hai detto? Non mi hai offerto niente?! Mà, ma che dici? Tu mi fai ogni giorno regali meravigliosi. Va bene, te lo prometto faccio il bravo; come? Ogni tanto svio? Lo so, lo so e mi spiace e tu, come fai sempre aiutami, con le buone e se non sono sufficienti con le brutte, ma aiutami. Le brutte tu non sai cosa siano? Meglio così, da bambino qualche “cucchiara” l’ho conosciuta e non è stato piacevole.
Dai adesso devo proprio correre, si certo che darò una carezza alla bambina da parte tua. Si certo che verrà anche lei a trovarti, ci puoi contare. Ci vediamo presto, Mà. Un bacio e mi raccomando tienimi sempre tra le tue braccia come tieni Lui e intercedi per tutti quanti noi. Ciao Mà, ti voglio bene.