Antonello Battista
Il mondo brucia, brucia nelle infernali fiamme della disperazione causate dall’odio e dalla violenza della guerra, brucia a due passi da noi, in Terrasanta e in quel Medioriente che furono oltre che culla della nostra religione, la culla dell’intera umanità. Non può lasciare indifferenti sapere che l’antica terra di Palestina, l’antica Mesopotamia e l’antica Siria, terra d’origine di grandi santi, sono strette in una spirale di odio e violenza che ha le sue radici nell’atavica natura di sopraffazione dell’uomo.
Le parole del Santo Padre che parla per descrivere la situazione socio-politica del mondo d’oggi, come di fatto di un terzo conflitto mondiale, suonano come un campanello d’allarme più volte ascoltato nel corso della storia del secolo scorso, ma sempre tragicamente cadute nel vuoto. L’odio ha ormai posto le sue radici, a causa degli innumerevoli focolai di guerra e l’innumerevole numero di morti e rifugiati causato da un così vasto e intricato scenario bellico è il tremendo prezzo da pagare. Dall’Ucraina alla Palestina, dall’Iraq e la Siria sino al Nord e Centro Africa dove guerre civili e gruppi integralisti dilaniano un’umanità già segnata dalla colpevole mancanza di risorse vitali ed economiche, la pace non riesce mai seminare il suo prolifico seme, calpestato e soffocato dal sentimento di prevaricazione e senso d’onnipotenza che attanaglia l’animo umano.
Un cristiano non può rimanere inerme davanti a tutto ciò, deve reagire, deve far qualcosa, deve adoperarsi sempre con la preghiere e con l’azione per l’edificazione di un mondo migliore così come Nostro Signore Gesù Cristo ci ha insegnato nel Vangelo. Si rimane oltremodo basiti, vedendo nei tg e nei notiziari on-line, le scene di cosi tanta disperazione provenienti da quelle martoriate terre e non ci si capacita mai di quanto l’uomo non impari mai dai propri errori e di come ciclicamente torni a riproporli ed a riviverli. Le minacce degli integralisti islamici dell’ISIS e lo scontro di civiltà in corso tra Oriente ed Occidente, sembrano riportare la storia indietro di secoli sino al tempo delle crociate e dello scontro di religione tra mondi cosi vicini eppure così lontani nella concezione del mondo; scontro che ha causato nei secoli milioni di morti e che ancora oggi continua a causare. Guardare con occhi critici la storia, soprattutto quella contemporanea, fa pensare ad un’incapacità dell’uomo di imparare dal suo passato e una facile arrendevolezza al normale corso degli eventi, ma non deve essere così, non per un cristiano, non per chi ha scelto il Cristo come vessillo di pace.
La pace va costruita e va cercata dapprima in “casa nostra”, nelle nostre dimore, nella nostra terra, nei luoghi e nei posti che viviamo e frequentiamo quotidianamente. Provo un senso quasi di disgusto quando, nel nostro “civile” Paese Occidentale e nella nostra “civilissima” città, con tanta, con troppa facilità viene tacciata e bollata come un peso, un rifiuto di cui liberarsi, la varia umanità che fugge dalla guerra che infiamma i loro Paesi e che cerca un posto sicuro sulle nostre coste, affrontando un viaggio che è per loro l’ultima speranza di salvezza, accompagnati in queste loro traversate, come tutti ben conoscono da criminali senza vergogna che trattano l’essere umano come carne da macello. Questi nuovi farisei, benpensanti e criticoni “che si battono il petto stando ritti dinnanzi agli altari nelle sinagoghe” (la citazione evangelica non è casuale), sono le stesse persone che magari si vantano anche della loro fede e del loro zelo nell’essere praticanti, ma che in realtà così facendo praticano solo la religione dell’odio e dell’indifferenza, del tutto contraria a ciò che Nostro Signore è venuto ad annunciarci.
Perciò, anche per costoro io ti prego Signore: “Shalom Padre! Donaci la tua Pace”, dona all’uomo la capacità di vedere negli occhi dell’altro, quelli di un suo fratello e nell’altrui vita la stessa essenza della propria umanità che si completa solo nell’accoglienza e nell’accettazione della dignità dell’altro. Donaci la tua Pace o Signore affinchè l’uomo, la tua creatura più bella, possa ritrovare la serenità della vita su questa terra e la bellezza del tuo amore di padre buono e misericordioso, che non lascia mai da soli i propri figli.
mercoledì 8 ottobre 2014