Antonello Battista
Continua in questo numero la rubrica sui Priori del passato del nostro sodalizio, coloro che ci hanno guidato e che sono stati i nostri “fratelli maggiori” nella vita della confraternita. Oggi perciò, continuiamo a raccontare la storia con la S maiuscola alla quale nel mio precedente articolo accennavo.
Di sicuro la storia nel nostro sodalizio il Priore Nicola Caputo non solo l’ha fatta e l’ha vissuta, ma l’ha scritta nel vero senso della parola; l’ha raccontata a migliaia e forse a milioni di lettori nei suoi libri, ha riacceso nei tarantini in tempi di crisi valoriali il sacro fuoco delle tradizioni e della pietà popolare che sembravano sopiti in una società fin troppo secolarizzata e disattenta alle proprie origini, vorrei aggiungere anche che il segno di quella barbarie culturale è ancora incredibilmente impresso nella mentalità e nel tessuto urbano della nostra città.
Il Priore Caputo nacque il 24 Agosto del 1930, fu un giornalista professionista tra i più apprezzati in città, collaborò con diverse testate locali, ma a lui si deve il merito di esser stato tra i pionieri dell’emittenza radiotelevisiva privata in terra jonica.
Il suo incessante lavoro di giornalista e l’amore per le tradizioni tarantine e pasquali, hanno fatto sì che sul finire degli anni ’70 iniziasse un incessante lavoro di ricerca storica e storiografica che portò nel 1978 alla pubblicazione del suo best seller “L’anima incappucciata”, il suo libro più letto e pietra miliare per ogni cataldiano convinto. Seguirono a quel successo un gran numero di altre opere: “Destinazione Dio” nel 1984; “Settimana Santa nascosta” nel 1987; “Quel Natale fatto in casa nel 1988” ; “I giorni del perdono” nel 1989; “Quei tre fratelli di nome Gesù” nel 1991, “Il cammino del silenzio” nel 2002 ed “Un Priore scomodo” nel 2011.
Fu priore dal 1996 al 1999, la sua elezione fu accolta da grande favore presso tutti i confratelli, proprio per la sua opera di “istruzione” e divulgazione storica dei Riti. Fu il primo Priore che dovette fare i conti con la modernità e coi tempi che cambiavano. Curò con particolare attenzione l’amministrazione della confraternita ed attuò appieno le norme dello Statuto Diocesano delle confraternite in quegli anni formalizzato e promulgato.
Fu priore dal 1996 al 1999, la sua elezione fu accolta da grande favore presso tutti i confratelli, proprio per la sua opera di “istruzione” e divulgazione storica dei Riti. Fu il primo Priore che dovette fare i conti con la modernità e coi tempi che cambiavano. Curò con particolare attenzione l’amministrazione della confraternita ed attuò appieno le norme dello Statuto Diocesano delle confraternite in quegli anni formalizzato e promulgato.
Si deve a lui il restauro nel 1997 della statua della Vergine Addolorata, che versava in condizioni precarie come più volte da lui stesso dichiarato in libri ed interviste. Furono anche messi a nuovo e rifatti durante la sua amministrazione, molti arredi sacri ed i locali dell’oratorio. Nel 2011 fu nominato Priore Emerito dell’Arciconfraternita dall’attuale Priore Papalia, suo Primo Assistente durante il mandato. Il 17 Giugno dell’anno successivo la sua Anima Incappucciata tornava alla casa del padre accompagnata dalle preghiere di tutti i suoi confratelli.
Questo mio articolo vuole anche essere (mi sia concesso un piccolo spazio personale nell’istituzionalità del nostro giornale) un mio particolare ringraziamento al Priore Caputo per tutto ciò che ha fatto per noi confratelli e per la città di Taranto. La sua attività di scrittore ha permesso a tanti giovani lettori di innamorarsi dei Riti della Settimana Santa, per tanti ragazzi come me che non sono confratelli per tradizione di famiglia, è stato qualcosa di più di un semplice autore scritto sulla copertina di un libro, è stato colui che ha destato la mia personalissima Anima Incappucciata, è stato colui che con le sue parole, come quelle di un nonno o di un padre che ti racconta le sue esperienze, mi ha cucito addosso sin da ragazzino quella mozzetta color crema e quello scapolare.
Questo mio articolo vuole anche essere (mi sia concesso un piccolo spazio personale nell’istituzionalità del nostro giornale) un mio particolare ringraziamento al Priore Caputo per tutto ciò che ha fatto per noi confratelli e per la città di Taranto. La sua attività di scrittore ha permesso a tanti giovani lettori di innamorarsi dei Riti della Settimana Santa, per tanti ragazzi come me che non sono confratelli per tradizione di famiglia, è stato qualcosa di più di un semplice autore scritto sulla copertina di un libro, è stato colui che ha destato la mia personalissima Anima Incappucciata, è stato colui che con le sue parole, come quelle di un nonno o di un padre che ti racconta le sue esperienze, mi ha cucito addosso sin da ragazzino quella mozzetta color crema e quello scapolare.
Pur non avendolo mai conosciuto di persona, poiché avevo solo 11 anni quando lui ha terminato il suo mandato, quando sento le parole Priore e Riti della Settimana Santa non posso non pensare a lui ed al suo modo educato di scrivere, di porsi, di spiegare e di raccontare quelle che senza dubbio sono le più belle tradizioni del mondo: i Riti della Settimana Santa di Taranto.