lunedì 20 novembre 2017

Claudio Capraro

​Dodici donne e quarantasette uomini. Tanti sono i postulanti che hanno fatto richiesta per essere ammessi a frequentare il corso di noviziato all’Arciconfraternita del Carmine per il corrente anno sociale con la speranza, ma non ancora la certezza, di poter poggiare il 15 o il 16 luglio lo Scapolare sulle proprie spalle.

​Al termine della catechesi, dell’indicazione del fioretto per la giornata del venerdì e della apertura del drappo che copre abitualmente la statua di Gesù morto, un emozionato Priore ha illustrato ai cinquantanove postulanti, di cui alcuni residenti fuori Taranto per motivi di studio o di lavoro, quello che li aspetta nei prossimi mesi. Un intenso calendario di incontri che avranno l’obiettivo di formare tutte queste persone sotto l’aspetto della fede, della devozione alla nostra Titolare, e delle conoscenza delle “nostre cose”: riti, tradizioni, usanze, costumi senza tralasciare alcuni aspetti anche spinosi ma che come ha spiegato il Priore forse vanno affrontati subito per sgomberare il campo da fraintendimenti. Le parole pronunciate dall’ambone sono state di sicuro effetto tanto per i postulanti quanto anche per chi ha più o meno anni di anzianità sulle spalle; parole dettate dal grande amore per la nostra Confraternita della quale si vogliono preservare gli elementi fondamentali: fede, decoro e devozione.

​Un calendario intenso di incontri che si dipanerà durante i prossimi mesi fino a maggio e che si concluderà con il ritiro spirituale.

​Man mano poi sono stati chiamati sull’altare tutti i postulanti, che dopo aver salutato il Priore, i suoi due assistenti ed il Padre spirituale, hanno ricevuto lo Statuto Diocesano delle Confraternite (in attesa della tanto attesa nuova e rivisitata nuova edizione) ed il Regolamento interno della nostra Arciconfraternita. Due testi preziosi, da conservare, da tenere a portata di mano, ma soprattutto da leggere e studiare, perché in una associazione come la nostra Confraternita come in qualunque altro campo della vita, la conoscenza di norme, leggi e regolamenti ci fa conoscere i nostri diritti da far valere quando serve, ma anche, e forse soprattutto, ci ricorda quali sono i doveri ai quali dobbiamo ottemperare.

​Tanti i giovani, l’età media ad occhio ritengo sia molto bassa. Tanti i figli e nipoti di confratelli, molti i nomi noti. Una cosa bella che sta a significare la vitalità del nostro sodalizio e delle nostre tradizioni; il tramandarsi dei valori di padre in figlio è stata in oltre duecentocinquant’anni la linfa vitale della nostra e senza dubbio di tutte le Congreghe della nostra città e speriamo vada avanti ancora per secoli e secoli.

​Essendo moltissimi gli studenti il Priore ha ricordato che in occasione del ritiro spirituale di giugno, don Marco vorrà vedere anche il rendimento scolastico di ciascuno in maniera da poter valutare alla fine chi ammettere o meno alla Confraternita. Resta poi un’ultima valutazione, fondamentale per essere confratello del Carmine, ma che non spetta al Consiglio ma all’intera comunità e cioè quella che servirà a definire per ciascun postulante “quand’ jèstuedc!”

​Ci rivediamo a luglio quando potremo chiamarci fratelli. Per il momento vi accogliamo a braccia aperte, vi rivolgiamo i nostri auguri, certi che percorrerete questi mesi con la fede ed il Decoro che sono nostri e che imparerete giorno per giorno a fare anche vostri.