venerdì 17 luglio 2015

Luciachiara Palumbo 
Il caldo inizia a farsi sentire alle sette del mattino… Tutti lo avvertono, non io però che ho appena preso sonno dopo una notte di pensieri. Solo un quarto d’ora per riposare gli occhi e suona subito il cellulare… Realizzo allora che il momento è arrivato, che dopo un cammino di otto mesi questi novizi, considerati un po’ come miei compagni dato che ho seguito la loro preparazione, indosseranno l’abito di rito. 

Il cuore inizia a battere all’impazzata e lo stomaco vuole parlare anche lui, corro avanti e indietro per la casa controllando che la valigia del mio confratello sia a posto. Dai messaggi ricevuti noto la sua commozione, la sua emozione e la sua voglia immensa di stringersi in quel panno color crema e anche io guardo l’orologio sperando che il tempo passi veloce per poter stringere quei guanti bianchi. 

Scendiamo da casa, io con la mozzetta e lui con la valigia e silenziosi ci dirigiamo al Carmine… la nostra preghiera è già iniziata. Lo lascio alla porta della sagrestia ed entro in Chiesa per prendere alcuni posti… La Chiesa è rovente e come in tutti i giorni della novena tantissime donne agitano il ventaglio per muovere quell’aria che manca e che oggi proprio non ci vuole essere.

E mentre una fiumana di gente inonda la nostra piccola casa io prendo posto sull’altare del coro. Le mani tremano e non riesco neanche a reggere lo spartito, chiedo aiuto a mia madre che subito mi prepara il canto.

 La Mamma è bellissima e sembra che sulle labbra si sia diffuso un sorriso più grande, la luce del volto nasconde le lacrime di tutti coloro che stanno per aggregarsi e che con fatica stanno cercando di indossare tutto al meglio. E poi… vuoto… inizio a piangere mentre tanti camici bianchi percorrono la navata principale. Non riesco a calmarmi se non quando scompare per andarsi a sistemare meglio… ecco il mio sogno si è realizzato, adesso ho tutto ciò che potevo volere. 

Dopo l’aggregazione la celebrazione scorre tranquillamente e al termine mi carico di nuovo la mozzetta per andare a casa. Qualche ora di riposo e anche io posso indossare di nuovo il mio scapolare. Raggiungo il Ss Crocifisso aspettando che escano tutti e che si posizionino per andare al Carmine. 

Al lato della strada dove di solito c’era lui mentre io pregavo in processione ora ci sono io e ciò mi riempie di emozione… Durante i vespri ci sediamo vicini e gli sistemo tutto ciò che sta già benissimo ma che è necessario abbia il mio tocco finale. Un abbraccio e prendo posto tra le consorelle… Il cammino è duro, lungo e caldo.. Ho un mancamento ed esco piangendo perché è la nostra prima processione, perché voglio stare con Mamma.

Con i dolori e molta testardaggine rientro nel corteo e al momento dei fuochi scattiamo la foto in abito di rito, la famosa foto che ci accompagnerà per sempre… Guardo quell’ultimo tratto di Via D’Aquino e nonostante il calore della giornata vorrei che ricominciasse tutto di nuovo. Rientro in Chiesa, mi allineo alla sua spalla sull’altare della Madonna del Carmine ed insieme la salutiamo mentre bella più che mai torna a casa sua, a casa nostra…

Mamma tenerissima grazie… Grazie per le lacrime, grazie per i sorrisi, grazie per il caldo e per il freddo, per il sole e per il buio, per la gioia e per il dolore… Tu stella del mattino ci annunci il buongiorno perché le giornate belle o brutte che siano riflettono sempre e comunque quel tuo volto. Nelle prossime notti come fai con me da ormai due anni, siediti sul letto dei tuoi nuovi figli e accarezza loro i capelli e il volto… Non si sentiranno mai più soli… Decor