martedì 7 luglio 2015

Mattia Giorno 

Il mese di luglio, per tradizione il più caro alla famiglia carmelitana, è uno dei mesi più attesi dell’anno. L’estate ha ormai fatto il suo ingresso, le scuole sono già finite, tranne per quei ragazzi che ancora sono alle prese con la maturità, le università si avviano versa la parte finale della cosiddetta “sessione estiva”, e la maggior parte delle famiglie si appresta a vivere le tanto attese ferie estive tra sole, mare, viaggi e relax.


In tutto ciò bisogna però aggiungere una particolare componente della nostra società, quella del Carmelo, che proprio nel mese di luglio vive la sua massima espressione di fede nei festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.

Questa festa, tanto cara a confratelli e consorelle, oltre che a molti fedeli non appartenenti all’ordine carmelitano, è ormai parte sana delle nostre affaccendate vite quotidiane.

Provate un po’ ad immaginare cosa sarebbe del mese di luglio se ad esso non fosse legata questa solenne festività. Cercate di pensare a quella calda ed afosa giornata senza la processione, senza il rito di aggregazione e senza la Santa Messa a Lei dedicata; per me sarebbe vuota, come vuoto apparirebbe l’intero mese.

Proprio così, ne sarebbe sofferente l’intero mese perché, un po’ come accade per la Settimana Santa, anche se in maniera minore, la maggior parte di noi ha già riposto le sue preghiere in Lei, ha già voltato tutti i suoi pensieri verso quella che sarà la festa della nostra Titolare. Ne parliamo ogni giorno, ci pensiamo a mare, sul lavoro, la attendiamo con trepidazione e, una volta vissuta, ne parleremo ancora ed ancora almeno sino all’apertura del nuovo anno sociale.

In tutto questo andirivieni di pensieri e di idee su come la festa di quest’anno sarà, lo stesso anno in cui abbiamo omaggiato l’anniversario della donazione Calò, non posso che non pensare a quei giovani che con fierezza entreranno a far parte della nostra comunità. Ricordo ancora e bene, d’altronde chi potrebbe dimenticarsene, il momento della mia aggregazione. Ricordo le ansie e le paure, ricordo le lacrime di gioia di mia madre e di mia nonna, e ricordo la mia felicità dopo aver ricevuto lo scapolare, dove aver coperto le mie spalle con quel soave e leggero nastro che porta in sé il valore più profondo del nostro venerabile sodalizio.


Quella mattina la chiesa sarà affollata, come ogni anno, come il pomeriggio di quello stesso giorno. Tutti ci ritroveremo in quella piazza, con l’abito di rito indossato, pronti per portare festosi per le vie della nostra città la nostra Mamma e nostra protettrice. Quanto lucenti saranno i Suoi boccoli d’oro, quanto la Sua corona; luce splenderà dalle stelle del Suo vestito ed il Suo scapolare, solo Dio sa quante anime ha salvato. Quel Bambinello portato in mano, tra gioie e sofferenze, con le Sue benedizioni proteggerà ancora la nostra città e la nostra famiglia carmelitana che mai si stancherà di pregarLo sotto il titolo di Maria, un po’ del Carmelo ed un po’ Addolorata.

Il mese di luglio ha ormai intrapreso il suo corso naturale, e con esso, anche i preparativi per la sua ricorrenza più importante, perché dentro di noi sappiamo quanto tutto ciò che abbiamo è legato a Lei. Storie, tradizioni, preghiere e riti, cosa saremmo oggi se nei secoli non avessimo invocato la Regina del Carmelo?

Chi segue le attività della Confraternita con costanza ed impegno conosce bene i sacrifici ed il tempo che serve per essere al servizio della Congrega, spesso questo risulta anche difficile ma la Confraternita conosce bene gli impegni dei suoi iscritti. E Lei, Lei non conosce solo gli impegni, Lei conosce tutti noi, uno ad uno, ci conosce dal più banale dei nostri pensieri a quelli incisi nel profondo dei nostri cuori. Lei si dedica a noi con amore materno in ogni momento della nostra vita, in ogni momento della nostra giornata e noi, cosa possiamo per ringraziarLa di questo amore non umano ed incalcolabile?


Possiamo renderla Regina dei nostri cuori ancor di più, possiamo e dobbiamo renderla Madre di speranza per il nostro prossimo e per la nostra città. Possiamo stringerci a Lei ed invocarla ogni volta che vogliamo ma per una volta, nel giorno della sua ricorrenza, è Lei che chiama noi per accompagnarla festosa tra il popolo di Dio, stavolta senza considerare impegni ed ostacoli.

Non disperdiamo almeno in quel giorno a noi tanto caro il vincolo di appartenenza alla nostra Arciconfratenita. Mettiamo da parte pregiudizi, liti e pensieri, lasciamoci dietro le incomprensioni e portiamoLa tutti assieme, nella Sua processione, ad elargire le Sue benedizioni e le Sue grazie nel nome del decoro del Carmelo che è ormai impresso nelle nostre anime carmelitane e che mai ci stancheremo di mostrare con fede e dedizione. Prosit.


Ph. Federica Carbotti per portodimareter