martedì 26 gennaio 2016

Benedetto M.Mainini
Il 20 gennaio 1842, giovedì, la cronaca di Roma registrò un fatto straordinario nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte, nei pressi di Piazza di Spagna, retta dai Padri Minimi di S. Francesco di Paola che, nella nostra Città, sono presenti sin dal lontano 1530: al ventisettenne israelita Alfonso Ratisbonne, di Strasburgo, apparve l'Immacolata e, istantaneamente, si convertì al cristianesimo.

La “Madonna del Miracolo”, come poi il popolo romano chiamò la Vergine apparsa al giovane alsaziano per le innumerevoli grazie e guarigioni ottenute, fu effigiata su tela dal pittore Natale Carta (1800 – 1880), secondo le indicazioni dello stesso Ratisbonne e posta alla venerazione dei fedeli nel maggio 1842. La soavità delle fattezze umane della Vergine vi fa trasparire un'intima grazia e maestà densa di spiritualità.

Anche nella parrocchia di S. Francesco di Paola in Taranto si è voluto commemorare degnamente tale evento e, nel 1986, è stata inaugurata un'artistica tela, raffigurante la Madonna, opera dell'artista F. Casadei, meta di grande devozione.

Anche quest'anno nella parrocchia tarentina dei Padri Minimi si sono svolte solenni celebrazioni, con la presenza della reliquia della tovaglia dove la Madonna posò il suo piede.

Ma cosa avvenne di preciso nell'ora dell'apparizione?

Il Ratisbonne, giovane rampollo di una ricca famiglia di banchieri ebrei trapiantati in Alsazia, all'età di venticinque anni decise di fare un viaggio in Oriente. Egli era ebreo solo di nome: rideva di ogni convinzione religiosa. Contrariava la religione cattolica e il suo odio contro Roma dei Papi era così forte che ogni volta che gli si proponeva la visita di Roma lo faceva trascendere alle espressioni più arrabbiate.

Ma le vie del Signore sono davvero infinite!

Il giorno dell'Epifania del 1842 si trovava a Roma: Alfonso non seppe mai spiegarsi come vi giunse! Mentre passeggiava per le vie della città, per caso, si incontrò con un suo vecchio compagno di studi: Gustavo de Bussière. Invitato alla casa di questi conobbe il fratello di lui, barone Teodoro de Bussière, cattolico esemplare. In una successiva visita si intrattenne in conversazione con Teodoro, conversazione che divenne via via vivace perchè il Ratisbonne espose le sue impressioni da ebreo razionalista. Il discorso scivolò nel campo religioso e la discussione divenne ancora più vivace. Ad un certo punto Teodoro de Bussière presentò a ratisbonne una medaglia dell'Immacolata, che accetta e si lascia porre al collo per non dispiacere all'amico, citando rilassatamente una frase dalle Storie di Hoffman: "Se non mi recasse alcun beneficio almeno non mi recherebbe alcun danno.". Il barone de Bussière gli consegnò anche il testo della preghiera del “Memorare” di S. Bernardo, preghiera che Alfonso accetta con divertito interesse.


La mattina del 20 gennaio 1842, verso le 12,45, il Ratisbonne si incontrò con il barone de Bussière che lo invita ad una passeggiata. Giunti nei pressi della chiesa di Sant'Andrea delle Fratte, Teodoro lo prega di attendere poiché avrebbe fatto una breve commissione a quei frati Minimi e sarebbe tornato da lui. Alfonso invece preferisce scoprire qualche monumento artistico della chiesa, e si mette a girare per il tempio, privo di interesse. Improvvisamente un grosso cane nero gli compare davanti minacciosamente. Un instante dopo, però, il cane scompare. Infatti, sparisce tutto, come se un velo fosse levato sull'interno della chiesa. Si sentì spinto da una forza sovrumana verso la cappella di S. Michele, nella quale tutta la luce si era concentrata, e vide sull'altare la Vergine Maria nell'atto di invitarlo ad inginocchiarsi, con un'espressione piena di misericordia, proprio come è raffigurata nella Medagtlia Miracolosa.

Ecco ciò che lo stesso Ratisbonne depose al processo canonico, sotto giuramento, che si era aperto per appurare la verità del fatto:

“ Vidi come un velo davanti a me. La chiesa mi sembrava tutta oscura, eccetto una cappella, quasi che tutta la luce della chiesa si fosse concentrata in quella. Alzai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce e vidi sull'altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa, la Santissima Vergine Maria, simile nell'atto e nella forma all'immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell'Immacolata. Mi fece cenno con la mano di inginocchiarmi. Una forza irresistibile mi spinse verso di Lei, che parve dicesse: Basta così! Non lo disse ma capii.

A tal vista caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; cercai quindi varie volte di alzare gli occhi verso la Santissima Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li facevano abbassare; ciò che però non impediva l'evidenza di quell'apparizione.

Fissai le di Lei mani e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Alla presenza della Santissima Vergine, benché Ella non mi dicesse parola, compresi lo stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione Cattolica, in una parola: compresi tutto!”

Quando il barone de Bussière, dal convento, rientrò in chiesa, scorse l'amico inginocchiato davanti alla cappella di S. Michele. Lo scuote due o tre volte. Finalmente Alfonso si volge verso di lui con le lacrime agli occhi, tira fuori la Medaglia Miracolosa e, baciandola, dice: “Era Lei, proprio Lei! L'ho vista, L'ho vista!”

l'Immacolata lo aveva illuminato! Il 31 gennaio 1842 Ratisbonne riceve il battesimo assumendo il nome di Alfonso Maria.

Per ordine del Pontefice fu istituito un processo canonico che riconobbe il grande miracolo.

In seguito Alfonso Ratisbonne divenne sacerdote Gesuita e, uscito dall’Ordine, lavorerà con il fratello Teodoro, anche lui sacerdote, fondando la Congregazione di Nostra Signora di Sion in Gerusalemme per la conversione degli ebrei. Morì il 6 maggio 1884 a Ein Kerem in Palestina, il luogo della Visitazione di Maria ad Elisabetta. Sulla tomba fu posta, per suo volere, la statua dell'Immacolata. Vittorio Messori, nel suo libro “Ipotesi su Maria”, fa un parallelismo tra la conversione immediata di Ratisbonne e quella altrettanto immediata di André Frossard.

75 anni più tardi, il 20 gennaio 1917, ,a Roma, nella Cappella del Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali, il Padre Rettore sta raccontando ai giovani frati l'episodio della prodigiosa conversione dell'ebreo Alfonso Ratisbonne, divenuto poi Servo di Dio e morto in concetto di santità. Tra questi c'è un giovane straordinario, fra' Massimiliano Maria Kolbe, l'ardente innamorato dell'Immacolata, colui che darà vita al Movimento mariano più vasto dell'epoca moderna, la Milizia dell'Immacolata, un esercito di cavalieri schierati in campo sotto la guida dell'Immacolata, la Celeste Condottiera e Invincibile guerriera che "schiaccerà il capo" al nemico (Gn 3,15). Con estremo interesse fra' Massimiliano ascolta il racconto della conversione di Alfonso Ratisbonne. Ne rimane visibilmente commosso. si rende conto del valore della Medaglia miracolosa, di cui l'Immacolata si serve per operare fatti di grazia anche portentosi. Gli balena allora nell'animo l'ispirazione di servirsi della Medaglia miracolosa come scudo e insegna dei "cavalieri dell'Immacolata". Da quel 20 gennaio fra' Massimiliano amò di un amore speciale la Chiesa di S. Andrea delle Fratte; la visitava frequentemente e vi sostava in devota orazione. Quando divenne Sacerdote, infine, volle celebrare la sua prima S. Messa all'altare dove la Madonna era apparsa all'ebreo Alfonso Ratisbonne.

La scelta di questo luogo per il mariano ministero di grazia fece di esso il Santuario romano della Madonna del Miracolo, l'unico in Roma che vanti un'apparizione della Vergine. Non meraviglia, perciò, se Benedetto XV lo chiamò “Lourdes romana”. Fu insignito del titolo di basilica da Pio XII; Giovanni XXIII la elevò a Titolo Cardinalizio.

Bene si offre, in quest'anno giubilare, la ricorrenza della Madonna del Miracolo, la Madonna “misericordiosa”, come la descrive il Ratisbonne. Affidiamoci, dunque, a Maria, la Madonna del Miracolo, perchè invochi da Suo Figlio Gesù la misericordia di Dio per noi.