Giovanni Schinaia
Il 1742 è un anno decisamente particolare per la storia della nostra Confraternita, o meglio, lo è per le sue conseguenze. È in quell'anno infatti che nasce il nostro Francesco Antonio Caló. Quel bambino sarebbe poi divenuto il capo della famiglia Caló e avrebbe ereditato, insieme al patrimonio di famiglia, anche l'incombenza di organizzare ogni Venerdì Santo, la processione di Gesù Morto e dell'Addolorata. Quando avviene la donazione, nel 1765, Francesco Antonio ha solo 23 anni.
Ma perché abbiamo parlato di strane coincidenze? In quel 1742 nasce anche un altro personaggio che, in un modo o nell'altro, ha a che fare con la nostra storia. Si tratta di Pietro Surgente, quel "mesciu Pietru ti li Cristi" con cui tradizionalmente si fa iniziare la fase "adulta" della cartapesta leccese. Fino ad allora infatti, a partire dalle prime realizzazioni negli anni '30 del '600, la cartapesta salentina aveva vissuto un lungo periodo di anonimato. I cartapestai leccesi, come del resto quelli napoletani da cui avevano appreso la tecnica, erano considerati più artigiani che artisti.
Con Surgente, si diceva, inizia una nuova fase. Proprio in quegli anni '60 del '700, quando a Taranto la Confraternita del Carmine organizza le sue prime processioni del Venerdì Santo, a Lecce Pietro Surgente si perfeziona nella lavorazione della ceramica e della cartapesta per aprire poi finalmente una sua bottega d'arte in pieno centro, in via delle Anime del Purgatorio che poi divenne corso Vittorio Emanuele. A differenza dei suoi ignoti predecessori, Surgente inizia a firmare le sue realizzazioni, anche se attualmente si conosce una sua sola opera firmata, insieme a pochissime altre attribuzioni peraltro controverse.
È lui il caposcuola riconosciuto di tutti i grandi che hanno operato a Lecce nei decenni successivi. Fra i suoi ultimi allievi dobbiamo ricordare Luigi Guerra, nato nel 1810, che frequentò la bottega del maestro fino alla morte di questi, nel 1827. Il nostro Francesco Antonio Calò era morto da soli 10 anni. E Luigi Guerra, che in gioventù aveva conosciuto il Surgente, fu il primo maestro proprio del nostro Giuseppe Manzo, il "Michelangelo della cartapesta" che per noi non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni oltre agli eloquentissimi tre simulacri che dal 1901 portiamo in processione.
Ma se Guerra fu uno degli ultimi allievi di Surgente, dobbiamo ricordare anche uno dei primi: Francesco Calabrese, di soli 8 anni più giovane del Guerra. Proprio Calabrese ebbe fra i suoi allievi Achille De Lucrezi, che era nato nello stesso 1827, anno della morte del Surgente. E questo De Lucrezi fu maestro del Manzo dopo Guerra. Quindi, fra Surgente e Calò da una parte e il Manzo dall’altra, passa una sola generazione, considerato che il suo primo maestro, Luigi Guerra, aveva fatto in tempo a conoscere Surgente. Passando quindi da Calabrese – De Lucrezi, oppure dal solo Guerra, l’antica arte della cartapesta leccese giunge da Surgente – che fu “gemello” di Francesco Antonio Calò – fino a Giuseppe Manzo.
E veniamo alla faccenda per noi più importante. Surgente – maestro del Guerra maestro del Manzo – aveva anche lui 23 anni quando il Calò donava le due statue alla nostra Confraternita. Fu proprio a lui che la Confraternita si affidò poi per costruire lo splendido Crocifisso che ancora portiamo in processione? In quel 1765 era davvero troppo giovane e non ancora indipendente. Più spostiamo in avanti, allora, rispetto a quel 1765, la data presunta di realizzazione del Crocifisso, più diventa probabile che l’autore sia proprio il Surgente, sempre che il Crocifisso attuale sia il primo della nostra processione, e non sia andato invece a sostituire uno più antico; e sempre che la Confraternita si sia allora voluta rivolgere all’artista migliore sulla piazza, come poi farà nel 1901 quando si rivolgerà proprio a Giuseppe Manzo.
Fu il Surgente l’autore del nostro Crocifisso? Diciamo che ci piace pensarlo. E ci piace anche immaginare il piccolo Francesco Calabrese o – più improbabile – il piccolo Luigi Guerra, nella bottega di via delle Anime del Purgatorio, osservare attentamente mesciu Pietru Surgente mentre modella le forme del Cristo che sarebbe poi diventato la quinta statua della nostra processione. Una scuola, quel nostro Crocifisso, per quanti poi, a loro volta, fecero scuola al giovane Manzo.