lunedì 5 gennaio 2015


Antonino Russo


Nel post in cui Salvatore Pace annunciava il nuovo sito e faceva gli auguri per il nuovo anno, si faceva riferimento ad una verità che è constatabile quando, in qualunque momento dell’anno liturgico, si accede alla segreteria della Congrega: parlo dell’attesa e il desiderio della Settimana Santa.
Questo riferimento alla Pasqua potrebbe sembrare apparentemente poco opportuno se, come in queste righe, si va a parlare di… Epifania!

Ma non è così. Molti studiosi della Bibbia affermano infatti che i racconti dell’infanzia di Gesù, come la sua manifestazione – Epifania, appunto - sono una sorta di preludio a ciò che saranno gli eventi Pasquali.
Basti pensare a Gesù dodicenne che sale a Gerusalemme, viene smarrito dai genitori e ritrovato dopo tre giorni nel tempio: è una allusione al cammino che farà Gesù verso la città Santa e a mistero del terzo giorno in cui sarà ritrovato dai discepoli che lo avevano smarrito nella sua morte.

Analizzando il racconto evangelico dell’Epifania, si registrano degli aspetti che saranno enfatizzati nella Pasqua

- La gratuità della salvezza:

I Magi si mettono in cammino dall’oriente. San Paolo dirà “Dio ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità ma che è stata rivelata solo ora con la manifestazione (epifania) del salvatore nostro Gesù Cristo” (2Tm 1,9-10).

- L’universalità della salvezza:

Dirà Don Tonino Bello: “Gli stranieri, gli esclusi dal sistema, i lontani… entrano nell’arco della cometa!”.
Siamo tutti destinatari della speranza cristiana a prescindere dalla razza, religione o cultura.
Diceva infatti San Paolo: “Egli è morto per tutti” (2Cor 5,14).

- La regalità di Gesù:

I magi si prostrarono e adorarono Gesù. E’ questo l’epilogo dell’uomo quando nella parusia, cioè nel ritorno glorioso del Signore, tutti “volgeranno lo sguardo a colui che è stato trafitto”.

L’Epifania sia questo per noi: il giorno della genuflessione e dell’offerta dei doni. Ma anche il giorno della decisione di tornare a casa seguendo un’altra strada: più tortuosa forse, ma diversa rispetto alle logiche del mondo.

PS: un articolo che mi ha arricchito molto e che invito a riprendere è il seguente, scritto da Giovanni Schinaia lo scorso anno: http://confraternitadelcarmine.blogspot.it/2014/01/la-solennita-dellepifania-e-il-culto.html