mercoledì 27 gennaio 2016

Antonino Russo

Ricordo ancora il profumo dell’incenso nella chiesa di Sant’Agnese, piazza Navona, Roma. Era l’anno del Grande Giubileo del 2000, e il giovedì sera era diventato ormai un appuntamento fisso con l’Adorazione Eucaristica.

Così, con una utilitaria che partiva talvolta “a spinta” e munito di “tuttocittà” (non credo esistessero ancora o quantomeno non erano ancora diffusi i navigatori satellitari) percorrevo 13 km nel traffico di Roma per raggiungere Sant’Agnese.

Erano davvero tanti i giovani che passando davanti alla fontana dei quattro fiumi del Bernini e notando la chiesa aperta a quell’ora insolita, entravano seguendo le fiaccole sulla scalinata e rimanevano in preghiera o si accostavano al Sacramento della Riconciliazione.

E’ il 21 Gennaio che la Chiesa celebra la memoria di Sant’Agnese.


Agnese nacque a Roma da genitori cristiani, di una illustre famiglia patrizia, nel III secolo. Quando era ancora dodicenne, scoppiò una persecuzione cristiana: Agnese, che aveva deciso di offrire al Signore la sua verginità, fu denunciata come cristiana dal figlio del prefetto di Roma, invaghitosi di lei ma respinto.

Fu esposta nuda al Circo Agonale, nei pressi dell'attuale piazza Navona proprio dove sorge oggi la chiesa a lei dedicata.

Si narra che un uomo che cercò di avvicinarla cadde morto prima di poterla sfiorare e altrettanto miracolosamente risorse per intercessione della santa. Gettata nel fuoco, questo si estinse per le sue preghiere, fu allora trafitta con colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli.

Per questo nell'iconografia è raffigurata spesso con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del sacrificio. La data della morte non è certa, qualcuno la colloca tra il 249 e il 251 durante la persecuzione voluta dall'imperatore Decio, altri nel 304 durante la persecuzione di Diocleziano.

Il cranio della santa martire fu posto dal secolo IX nel “Sancta Sanctorum”, la cappella papale del Laterano, per essere poi traslato da papa Leone XIII nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, che sorge sul luogo presunto del postribolo ove fu esposta. Tutto il resto del suo corpo riposa invece nella basilica di Sant’Agnese fuori le mura in un’urna d’argento commissionata da Paolo V.

Nel giorno di Sant'Agnese è tradizione in Vaticano fare la benedizione degli agnelli. Questi due piccoli bovini vengono ornati con fiori bianchi in onore alla verginità della Santa e poi offerti al Papa per la creazione dei famosi palli (paramenti liturgici usati nella Chiesa cattolica, costituiti da una striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle).

Dopo la benedizione gli agnelli vengono trasportati nel monastero delle benedettine di Santa Cecilia in Trastevere dove ricevono le migliori cure per poter essere poi tosati pochi giorni prima della Pasqua e usati per la tessitura dei palli che il 29 giugno vengono consegnati agli arcivescovi metropoliti nella solennità dei santi Pietro e Paolo.