lunedì 16 aprile 2018

Antonino ci parla del "suo" Giovedi' Santo 

Antonino Russo


“In questi giorni la nostra Taranto è diventata: Emmaus, se penso al Pellegrinaggio ai Sepolcri; Gerusalemme se faccio tornare alla mente la processione dei Misteri; Betania come luogo di amicizia vissuta nello sguardo dei Confratelli, delle Consorelle, delle tante persone che i Riti della Settimana Santa ci hanno consentito di incontrare. La Settimana Santa: un dono grande per il quale ringraziare Gesù, per il quale ringraziare tutti voi!”.

Questo messaggio che ho inviato per gli auguri agli amici e amiche del Coordinamento eventi culturali della Confraternita, sintetizza uno dei tanti “miracoli” avvenuti durante i giorni del Triduo pasquale. Riassume cioè la grazia vissuta in queste giornate particolari in cui ancora una volta spazio e tempo si dilatano perché interviene qualcosa di più della semplice ma pur sempre passeggera, per quanto intensa, emozione: irrompe l’amore di Colui che è morto e risorto per l’umanità.

Riassume la fatica di un anno, simbolicamente ripercorsa nel Pellegrinaggio verso il tabernacolo con Cristo Eucarestia presente in mezzo a noi così come vivo era tra i due discepoli in cammino verso Emmaus.

E ancora: il portare in processione alla gente, credente e non, i simboli dei Sacri Misteri, ovvero la Passione e Morte di Cristo vissuta da Gesù a Gerusalemme nelle sue ultime ore di vita.

La proposta di mettere anche quest’anno “l pied ‘nderr” nell’antico rito del Pellegrinaggio Città Vecchia del Giovedì Santo, arriva dall’amico Alessandro Della Queva, webmaster della Confraternita.

Un nuovo percorso, indicato dal Priore con il vantaggio di consentire alle poste di Confratelli di compiere un pellegrinaggio più fluido, ci porta a percorrere una sorta di “8” partendo dalla Chiesa del Carmine:

Via D’Aquino, via Margherita, via Matteotti, Ponte Girevole, Piazza Castello, via Duomo, via Nuova, Via Garibaldi, Piazza Fontana, Via Duomo, visitando le Chiese di San Domenico e San Cataldo.

Via Duomo, via Nuova, Chiesa di San Giuseppe, via Di Mezzo, via della Torrenova, via Garibaldi, via Sant’Egidio, via di Mezzo, Pendio la Riccia, Piazza Castello, Ponte Girevole, via Matteotti, via Margherita, Via D’Aquino per fare poi ritorno nella Chiesa del Carmine.

Eravamo una delle ultime poste, di quelle che precedono il “serrachiese” assistite, insieme ad altre, dal Confratello Francesco Buonomo, provvidenziale specie in alcuni tratti più impervi e poco illuminati del pellegrinaggio in cui il bordone e la spalla del tuo compagno di posta rappresentano le poche certezze del tuo passo.