giovedì 12 aprile 2018

Antonio Mandese

La Settimana Santa è scivolata via sotto lungo la soglia fredda del Portone che ancora una volta s'è aperto. 

L'accoglienza è il messaggio migliore dei nostri fratelli che in silenzio e tra mille difficoltà si sono confrontati con il sentimento della fede.

Una fede dalle mille sfaccettature, che tra uno sforzo e un sorriso si è fatta motore di un cammino difficile e pieno di ostacoli.

Una fede tutta privata e intima criticata, alle volte, alle volte elogiata, ma sempre ricca di sorprese per i confratelli. 

Alle spalle il messaggio bello di questi riti, una ventata necessaria che ci prepara tutti indistintamente e di cui la confraternita, spesso, porta il peso gravoso, sulle spalle.

I fratelli in silenzio, esposti, anonimi e determinati si sono messi in cammino e mille lacrime sono state versate, nella speranza di riprendere i passi di quei padri che ci mancano tanto, di quelle famiglie che in questi giorni si ricompongono miracolosamente nello spirito.

Così si chiude quel portone dietro l'Addolorata, gonfio di un pianto silenzioso e pur ricco di sentimenti buoni.

Un pianto consolatorio, un pianto rigenerante e catartico che pochi sanno spiegare, un pianto senza lacrime che, ancora oggi, in questi giorni ancora dentro la Settimana Santa, fa venire su qualche singhiozzo. 

Manca la voglia di riporre quei manifesti con cui abbiamo cominciato a sentire l'aria frizzante della Settimana Santa e il profumo di questi Riti che amiamo così tanto e fin da oggi cominciamo a desiderare che ritornino presto.