venerdì 13 aprile 2018

Gabriele Fanelli


E’ passata una settimana da quando tutto si è compiuto e la sensazione che mi assale è particolare mentre mi ritrovo qui tra la “mia” alla gente in un’affollata Via D’Aquino. Una settimana ed ancora non ho metabolizzato l’essere stato veicolo di Cristo per la gente, attraverso un simbolo che sembro ancora stringere tra le mie mani. Camminando, voltando lo sguardo a destra e a manca, vedo che qualcosa di diverso c’è ed è molto tangibile. E’ facile si che manchino le bande, la nazzicata e tutto ciò che “ci appartiene” ma non è questa la diversità che colgo.

La Settimana Santa a Taranto porta con se oltre alla fede e all’evangelizzazione, un particolare senso di raccoglimento, placido, intimo che viene catapultato con amore verso tutti coloro che quella notte attraverso quei piedi unti ed umilissimi, innesteranno sull’asfalto “radici d’amore” per un popolo che cerca ininterrottamente la mano del Signore per sentirne il tepore di un cuore trafitto ma immenso e misericordioso.

Lo vedi nei bambini, nostro futuro e la nostra gioia, quando impauriti da queste figure austere, sfiorandoti la mano regalano sorrisi e forza incredibile per continuare un cammino pieno di emozioni.
E’ stato un atto d’amore essere il Gonfalone della Processione dei Misteri della mia città, un esplorazione personale di fede unica dove non sono mai stato solo nonostante fossi titolare esclusivo del simbolo.

 L’ho abbracciato e tanto, come Gesù ha abbracciato la sua croce per amore nostro, sentendolo, vivendolo, ringraziandolo e pregando non per me, ma per questa gente che nonostante il brusio fa parlare la speranza del proprio cuore.

Non dimenticherò mai le lacrime di gioia versate, uniche, irripetibili ma pronte a prepararmi a versarne di nuove, un domani, per incastonare un sempre vivo rinnovamento di fede accumunato in altri forti ricordi. Lacrime che hanno bagnato quel tessuto che “vive” grazie al lavoro silenzioso e sommesso degli Economi, all’amore smisurato e tangibile per questa “storia” di oltre 200 anni che vedo nel Priore e nei suoi collaboratori e al supporto spirituale che Don Marco nostra guida, distribuisce con sapienza e dovizia.

Un Gonfalone che profumava di Congrega in maniera autentica.

Sono stato il Gonfalone! Sarò un Confratello del Carmine!
    
Decor!



Le foto sono di Mino Lo Re e di Emozioni per sempre di Maria e Sara, tratte dalla pagina facebook di libera consultazione dell'autore dell'articolo.