giovedì 19 aprile 2018


Luciachiara Palumbo

Di ritorno a casa, una settimana esatta dopo la Processione dei Misteri, percorrevo Via Anfiteatro, immersa in quella luce da "settimana santa" che prima mi procurava emozione e ora mi donava nostalgia infinita...

I clacson delle macchine in coda l'una dietro l'altra disturbavano i miei pensieri silenziosi e la gente in un via vai generale correva come al suo solito, uscendo ed entrando nei negozi. Quanto caos! Quanta confusione!

"Silenzio", urlavo nella mia mente, cercando di richiamare la pace che regnava solo sette giorni prima. 

È vero mai come quest'anno le nostre statue sono state accompagnate dalla folla ininterrottamente. Camminavo alle 3 del Sabato Santo alla ricerca del mio mazziere e le persone mi facevano da scudo o seguivano un flusso che si opponeva alla mia direzione.

Mai, mai come quest'anno la bella via Anfiteatro è stata così piena... Un po' egoisticamente mi dicevo "quando se ne vanno? Vorrei la processione tutta per i confratelli" perché nella mente riemergevano i ricordi di un momento tutto unico perché vissuto in solitudine... 

Così non è stato, ma mentre camminavo per quella stessa via, a distanza da quel giorno, mi rendevo conto che il vociare della gente in Settimana Santa non lo riesco a percepire, è come se fosse ovattato dal suono delle emozioni che istante dopo istante accompagnano i miei pensieri.

Certo in alcuni momenti, dietro una transenna, le parole che volavano tra la gente, accanto a me, erano molto forti e non so quante volte mi sono mantenuta dal rispondere e aprire polemiche senza fine ma per il resto il brusio generale, il bisbiglio continuo era per me impercettibile. 

I tarantini parlano, parlano e si lamentano della confusione, di quella confusione creata da loro e percepita solo da loro. Per noi esistono solo marce e preghiera... Stop... Il pettegolezzo, le risate e le parole vuote le lasciamo a chi non è capace di ascoltare col cuore...
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