Il mio personale saluto prima che leggiate questo piccolo resoconto della processione del sei gennaio, va alla famiglia Conte, Fernando, Gabriele e Francesco, vedervi sotto quella statua insieme è stata una grande emozione.
S.P.
Anche quest’anno le celebrazioni natalizie si sono concluse con la processione di Gesù Bambino tenutasi nel giorno dell’Epifania dopo la messa delle 18.30.
Da un paio di giorni l’evento era minacciato da una insolita ondata di gelo che stringeva la città in una morsa di freddo e gelo: con un leggero senso di incertezza i confratelli, pochi a dir la verità, recatisi in Congrega con l’abito di rito al seguito, si sono vestiti in attesa di conferma.
Questa è arrivata prima dal Priore e dopo dal Padre Spirituale che al termine della Celebrazione Eucaristica, citando un verso di un famoso brano natalizio, ha invitato i fedeli e i confratelli a condividere anche solo per alcuni minuti il senso di “freddo e gelo” patito da Nostro Signore Gesù nei suoi primi istanti di vita.
Attorno alle 19.30 la statua del Bambinello era sulla soglia del portone del Carmine cullato dai novizi; e sì perché da qualche anno ormai la processione è particolarmente rivolta alle giovani vite confraternali che per la prima volta hanno l’occasione di posare una sdanga sulla loro spalla.
Compatto e intimo il corteo si disteso per le strade del borgo, protetto da due ali di fedeli temerari e irriducibili, passando prima da via D’Aquino, attraversando via Cavour e girando per via Anfiteatro. Da lì in poi il meteo ha messo a dura prova tutti i presenti: il freddo già forte si è fatto gelo, dal mare ha cominciato a spirare un vento che si incanalava nella via e spingeva alle spalle dei confratelli.
Attorno alle 19.30 la statua del Bambinello era sulla soglia del portone del Carmine cullato dai novizi; e sì perché da qualche anno ormai la processione è particolarmente rivolta alle giovani vite confraternali che per la prima volta hanno l’occasione di posare una sdanga sulla loro spalla.
Compatto e intimo il corteo si disteso per le strade del borgo, protetto da due ali di fedeli temerari e irriducibili, passando prima da via D’Aquino, attraversando via Cavour e girando per via Anfiteatro. Da lì in poi il meteo ha messo a dura prova tutti i presenti: il freddo già forte si è fatto gelo, dal mare ha cominciato a spirare un vento che si incanalava nella via e spingeva alle spalle dei confratelli.
Tempestiva è giunta la decisione di modificare il percorso e di renderlo più breve: un giusto compromesso tra onorare la festività e non compromettere sia i simboli portati in processione che la saluta degli stessi partecipanti. Si è così proceduto a girare per la più protetta via De Cesare per poi fare rientro a “casa” passando nuovamente per via D’Aquino.
Posate le sdanghe sui cavalletti a scaldare i cuori dei presenti ci ha pensato Don Marco con le sue parole di congedo, il “bacio” al Bambinello da parte dei fedeli ed un abbraccio corale tra tutti i confratelli emozionati.
Posate le sdanghe sui cavalletti a scaldare i cuori dei presenti ci ha pensato Don Marco con le sue parole di congedo, il “bacio” al Bambinello da parte dei fedeli ed un abbraccio corale tra tutti i confratelli emozionati.