La consuetudine delle numerose processioni tarantine comincia e finisce a distanza di pochi giorni a cavallo tra il 25 dicembre e i primi giorni di gennaio, con le due processioni dedicate a Gesù Bambino.
Negli anni l'organizzazione dei riti legati alle festività natalizie è cambiata diverse volte per ragioni di natura differente, ma resta di grande impatto questo rito che riveste un momento cardine della nostra vita confraternale e si svolge il giorno dell'Epifania rappresentando un momento intenso di partecipazione dei Confratelli e delle Consorelle.
E' l'ultima occasione di ascoltare una pastorale natalizia e si tratta di una processione più raccolta che proprio per questa sua dimensione da modo a tutti, di trovare la giusta concentrazione per vivere una festività importante come quella dell'Epifania.
In questi giorni, la mente corre veloce a tutti i nostri cari, agli amici, ai confratelli perchè il Natale rappresenta la festività più legata di tutte all'affetto della famiglia ed in qualche modo, alla sua celebrazione; tra questi è bello ricordare persone che hanno reso un grande servizio alla nostra Confraternita.
In questi giorni, la mente corre veloce a tutti i nostri cari, agli amici, ai confratelli perchè il Natale rappresenta la festività più legata di tutte all'affetto della famiglia ed in qualche modo, alla sua celebrazione; tra questi è bello ricordare persone che hanno reso un grande servizio alla nostra Confraternita.
Nicola Caputo, che sempre tendiamo a legare al racconto dei riti della Settimana Santa, ha descritto tanto e bene molti aneddoti circa la vita confraternale a Taranto e sulle tradizioni e feste religiose della nostra città con copiosa documentazione dei fatti narrati. Si pensi a quel capitoletto dedicato alle processioni di Gesù Bambino, nel suo libro Destinazione Dio.
Caro Nicola, oggi che ci guardi dall'alto noi sentiamo tanto la tua mancanza, la mancanza di quella voce pacata ma sempre piena di spirito e ricca, che ci ha regalato colori sempre nuovi per il racconto dei nostri riti unici.
Caro Nicola, oggi che ci guardi dall'alto noi sentiamo tanto la tua mancanza, la mancanza di quella voce pacata ma sempre piena di spirito e ricca, che ci ha regalato colori sempre nuovi per il racconto dei nostri riti unici.
Oggi più che mai sentiamo quel bisogno di ricordarti e ricordare il tuo operato come Confratello che ha saputo indicare le linee guida della tradizione, in un momento in cui di quella tradizione si andavano perdendo le tracce. Grazie perchè la grande passione di molti di noi confratelli ha avuto inizio anche grazie al tuo modo di raccontare questi momenti e rimarcare la loro importanza nella nostra storia.