martedì 9 febbraio 2016

Antonino Russo
Cosa hanno in comune Taranto, Napoli e Capurso in provincia di Bari?

La risposta è Sant'Egidio - la festa liturgica cade il 7 febbraio - che viene considerato protettore dei bambini, dei giovani in cerca di lavoro e delle famiglie provate dalla sofferenza e dalla malattia, nonché compatrono di Taranto.

Papa Pio IX il 24 febbraio 1868 lo dichiarò venerabile, mentre papa Leone XIII lo dichiarò beato il 5 febbraio 1888. Il 29 giugno 1919 l'arcivescovo di Taranto, Orazio Mazzella, proclamò solennemente l'allora “Beato Egidio Maria di San Giuseppe da Taranto Compatrono della città per averla protetta dai gravi pericoli della guerra mondiale 1915-18 appena trascorsa” Il 2 giugno 1996, Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma lo canonizzò, attribuendo come "miracolo" la guarigione da "coriocarcinoma uterino" della signora Angela Mignogna, nel 1937.

Il culto nella città di Taranto viene curato in maniera particolare dai Frati minori del convento di San Pasquale e dall'Arciconfraternita del Rosario alla quale il Santo era aggregato; molto diffuso è il culto anche nel periferico quartiere di Tramontone dove è stata eretta un parrocchia dagli anni ottanta e dove nel 2001 fu eretta una confraternita in onore del Santo tarantino. La Chiesa di san Egidio a Tramontone (Taranto) vanta un Portale con " I Luoghi ed i Miracoli di San Egidio": bronzetti dello scultore tarantino Aldo Pupino. Nel convento di San Pasquale il 16 novembre 2009 è stato solennemente inaugurato alla presenza dell'arcivescovo di Taranto e del ministro provinciale dei Frati minori un museo che raccoglie oggetti appartenuti al santo, ex voto e testimonianze del processo di canonizzazione.


Tutti i tarantini e in particolar modo i confratelli che hanno svolto almeno una volta il pellegrinaggio il giovedì Santo in città vecchia, sanno bene che Sant’Egidio nacque in una piccola casa del Pendio La Riccia di Taranto nel 1729. Il 27 febbraio 1754, all'età di 24 anni, fu accolto tra i Frati Minori Alcantarini della provincia alcantarina della Terra d'Otranto. Iniziò la vita francescana nel convento di Galatone, cambiando il suo nome in Frate Egidio della Madre di Dio. Alla fine dell'anno di prova, il 28 febbraio 1755, fece la sua professione solenne emettendo i tre voti cardini della "povertà", "obbedienza" e "castità", modificando il nome in Frate Egidio Maria di San Giuseppe. Trascorse quattro anni presso il convento di Squinzano e, dopo una breve parentesi nel convento di Capurso presso il santuario della Madonna del Pozzo, fu inviato a Napoli nel 1759 presso il convento di San Pasquale a Chiaia. A Napoli, durante la sua lunga permanenza, compì molti miracoli portando sempre con sé un preziosa reliquia di San Pasquale Baylon (Santo che fu guida per il giovane Egidio), tanto da essere chiamato dai napoletani O' Santariello.

Fra i numerosi prodigi i più ricordati sono la risurrezione delle anguille sulla spiaggia di Chiaia e la risurrezione della vaccarella Catarinella e soprattutto la resurrezione di un morto. Le sue vicende si intrecciarono con quelle della storia del Regno di Napoli: era conosciuto anche dal re Ferdinando IV di Borbone stesso e, quando il regno finì sotto il dominio francese e sul trono di Napoli salì Giuseppe Bonaparte, il frate fu convocato a corte da re Giuseppe incuriosito dalle cose dette su di lui e gli chiese quanto avrebbe regnato su Napoli; il frate gli rispose predicendo la sua caduta che sarebbe avvenuta di lì a poco. Morì a Napoli, ultraottantenne, in odore di Santità nel 1812.

Sant'Egidio diffuse nel Napoletano del culto della Madonna del Pozzo di Capurso. Egidio a Napoli portava un reliquiario presso le abitazioni degli ammalati che visitava un'immagine della Madre di Dio, e con permesso dei superiori collocò su di un altare laterale nella chiesa di San Pasquale una copia dell'icona di Santa Maria del Pozzo. In Napoli nella chiesa di San Pasquale a Chiaia, chiesa in cui ha vissuto il Santo, si venera ancora oggi con forte devozione popolare la Madonna del Pozzo, alla quale è dedicata un altare, ai cui piedi è conservata l'urna che contiene il corpo del Santo. La devozione verso la Madonna del Pozzo è fondamentale e centrale nella vita del Santo, devozione che darà a sant'Egidio l'appellativo: "L'innamorato della Madonna del Pozzo".


Come si è diffuso il culto della Madonna del Pozzo? Il 30 agosto 1705 è la data in cui il sacerdote don Domenico Tanzella, dopo essere guarito da grave malattia che lo costringeva a letto bevendo l'acqua del pozzo di "Santa Maria", scendendo nella cavità del pozzo del Piscino trovò sulla parete che volgeva a mezzogiorno un'icona bizantina della Santa Vergine. Nella difficoltà della discesa con una scala a pioli le candele di cui erano dotati il Tanzella e altri tre amici caddero in pozze di acqua ma continuarono ad ardere, dopo aver pregato il sacerdote decise di staccare l'immagine della Vergine per portarla a Capurso ed esporla a pubblica venerazione, ma ecco un altro prodigio, miracolosamente il dipinto si distaccò dalla parete del pozzo e si portò tra le sue braccia. Rientrato a Capurso don Domenico espose l'icona nell'erigenda cappella patronale dei Tanzella dedicata a san Lorenzo Martire. Sarebbero stati registrati numerosi miracoli, tra gli altri quello di una certa Caterina, storpia da molti anni, moglie di Lorenzo Maffiola.

 La Madonna le sarebbe apparsa in sogno e le avrebbe detto che se voleva guarire doveva recarsi nella nuova cappella del Tanzella e avrebbe ricevuto la grazia. Il giorno successivo Caterina si trascinò là e con calde lacrime implorò la guarigione. Improvvisamente avrebbe sentito un brivido e un vigore mai sentito prima, provò a camminare e ci riuscì. La gioia esplose incontenibile e con lei quella dei presenti. Alla notizia di questo nuovo miracolo cominciarono ad affluire a Capurso curiosi e pellegrini, sempre più numerosi, da paesi vicini e lontani, a piedi e con ogni mezzo disponibile all'epoca, cantando inni popolari spontanei che glorificano Maria ancora oggi nella festa dell'ultima domenica d'agosto. Tutti volevano toccare e venerare la miracolosa icona di Santa Maria trovata nel pozzo: era il mese di gennaio del 1706. Da questo ritrovamento e da questi fatti si avvierà il culto della Madonna del Pozzo, tanto cara a Sant’Egidio.