mercoledì 13 aprile 2016

La nostra Valeria ha scritto questo pezzo all'indomani della quinta di Quaresima, ve lo proponiamo così com'è per ritornare a suoni ed emozioni di quella sera..
S.P.

Valeria Malknecht 

Con la “Quinta di Quaresima” ha un ufficioso inizio la Settimana Santa.
I più attenti sanno che sta iniziando, invero, la Settimana di Passione ma, quando una domenica sera di metà marzo senti il suono della Troccola che abbraccia tutta la Chiesa e che annuncia l’esecuzione di “Tristezze” , capisci che ci siamo.

Quello strumento, che hai visto per l’ultima volta davanti al portone del Carmine il Sabato Santo mattina di un anno fa, ora lo ritrovi nelle mani di un altro Troccolante per dare, invece, inizio all’Adorazione della Croce dei confratelli.

Alla fine della Solenne Via Crucis, mentre ancora gli occhi sono lucidi ed assorti nella contemplazione della nostra muta e trafitta Mamma Addolorata ai piedi del Figlio crocifisso, il suono della Troccola, che già si sente in lontananza dai locali della sacrestia, ti riporta alla realtà.


Mi piace pensare che, in questa Quinta di Quaresima, il cammino verso la Croce sia stato come un percorso fatto insieme, nel corso del quale si sono incrociate tante storie.
E mi piace immaginare come la Troccola sia stata un po’ come la colonna sonora di tanti piccoli ma grandi momenti di felicità, unici per ognuno delle persone che li ha vissuti e condivisi.

Il suo crepitio ha suggellato nelle lacrime l’affetto di una ragazza per il “suo” Troccolante.
Lo sguardo che fissa tra le lacrime quel cappuccio ed il volto che sotto quel cappuccio ti cerca e che immagini ti sorrida commosso.

In un suono, in una immagine, in una movenza, in una marcia, in una fotografia, sono stati racchiusi il legame fra due persone, il senso di orgoglio e di appartenenza ad un rito, il senso di continuità perché sono questi i momenti che si ricorderanno e per cui magari si vorrà essere ricordati.
Il suono della Troccola ha accompagnato anche l’incontro di un padre incappucciato con il suo piccolo figlio.

Anche in questo caso, mi piace immaginare che al di là di quel cappuccio ci sia stato un sorriso orgoglioso, una luce particolare negli occhi di un padre che, distogliendo per un attimo lo guardo dalla Croce, cerca quello del proprio piccolo e si chiede se lui, certo un po’ impaurito, lo riconoscerà.
I battenti della Troccola hanno anche annunciato ad una ragazza che il suo fidanzato, da poco tempo confratello, avrebbe presto fatto ingresso in Chiesa per la sua prima Adorazione della Croce.
Il suo suono ha fatto meglio “sopportare” quella attesa e hanno scandito il ritmo della sua prima nazzecata a piedi nudi, ben sapendo che si era in due a vivere quel momento.

Altrove, il suono della Troccola ha accompagnato i pensieri e la preghiera di un uomo che sta per diventare padre, di un figlio che ha perso un pezzo di cuore e che pensa alla sua mamma, di una figlia che attende di scorgere, ancora una volta, il proprio padre incedere lento verso la Croce.

In questa Quinta di Quaresima la Troccola non è stata solo un semplice simbolo legato ai nostri riti ed alla Tradizione.
È stata, piuttosto, la colonna sonora di tante storie d’amore.