lunedì 8 giugno 2015

Claudio Capraro 

In una piazza della Vittoria affollata dai fedeli e dalle confraternite, sul palco dove era stato allestito l’altare con al centro il raffinato ostensorio all’interno del quale è stato posto il Santissimo, Sua Eccellenza l’Arcivescovo, Monsignor Santoro, ha impartito la benedizione conclusiva della processione del Santissimo Corpo e Sangue di nostro Signore Gesù Cristo.


Allocuzione, come di consueto, di contenuto sensibile ai problemi sociali della città e, come nelle corde del nostro Arcivescovo, inaspettatamente con un pensiero rivolto al nostro Taranto vittorioso nella sfida play off a Viterbo.

Qualche ora prima nell’affollato tempio di Sant’Antonio, in un afoso pomeriggio di inizio estate, tutte le confraternite cittadine, ognuna con le proprie insegne ed i propri fanali, distinte dai molteplici colori delle diverse mozzette, come consuetudine si sono date appuntamento per prendere parte alla processione più importante di tutto l’anno liturgico. La processione che ha come proprio centro il Corpus Domini, il Corpo di Cristo.

La funzione religiosa che il Vescovo ha concelebrato con il Capitolo Metropolitano ed alla quale hanno partecipato i parroci delle parrocchie cittadine, si svolge ormai da qualche decennio nel tempio del Santo di Padova in via Duca degli Abruzzi e di lì, percorrendo la stessa via per poi girare su via Di Palma, transitare da piazza Maria Immacolata, si conclude in una centrale piazza cittadina con l’allocuzione e la benedizione finale.

Tutte le confraternite partecipano numerose. Ognuna con il proprio labaro e con i propri fanali. All’Arciconfraternita del Carmine, e a sei dei suoi confratelli, è riservato l’onore di reggere quello che comunemente viene chiamato palio, vale a dire il baldacchino processionale di pregiato tessuto al di sotto del quale prende posto il Vescovo che per tutta la durata della processione reggerà l’ostensorio, benedicendo il popolo dei fedeli.


Percorrendo le strade affollate, soprattutto nel primo tratto quello di via Duca degli Abruzzi, capita alzando la testa di scorgere qualche balcone addobbato con coperte ricamate o illuminato da qualche lume. Usanza questa ancora molto diffusa nei piccoli centri, ma quasi del tutto scomparsa nella grande città. Durante il cammino si canta, si prega, si contemplano i misteri del Santo Rosario, si medita silenziosamente sul mistero della Santa Eucarestia, regalo di immenso valore che Gesù Cristo ci ha lasciato in modo da poter essere sempre insieme a noi, in ogni momento della nostra giornata.

I confratelli del Carmine che hanno l’onore e l’onere di reggere le aste del palio sono chiamati ad un compito particolarmente importante. Da un lato appunto l’onore di trovarsi a pochissima distanza dal Santissimo e quindi una ulteriore occasione per rendere visibile quel Decoro insito nel dna di chi veste la mozzetta crema; dall’altro l’onere di sostenere un baldacchino non semplicissimo da portare soprattutto in presenza di vento forte.

E dopo aver portato il Corpo ed il Sangue di Gesù Cristo per le vie della città, intonando canti come “Ti adoriamo Ostia Divina” oppure “Pane di Vita”, giunti in piazza della Vittoria tutti quanti abbiamo potuto ascoltare le toccanti parole di Monsignor Arcivescovo che, ancora una volta, ci hanno fatto comprendere come Gesù sia ogni giorno, ogni momento presente in mezzo a noi, nelle nostre famiglie, nei nostri luoghi di lavoro, nella nostra città. Nei nostri cuori.

Tante le mozzette crema che hanno sfilato per le vie della città insieme alle tante consorelle e ora il pensiero è rivolto solo al nostro prossimo appuntamento.. i festeggiamenti per la Nostra Titolare che si avvicinano.

ph Processione 2014 portodimareter - F.Carbotti