venerdì 18 marzo 2016

Claudio Capraro

Le giornate si sono allungate. Nel giro di circa un mese; dapprima uscivo di casa a quest’ora col buio mentre adesso è ancora giorno. Stare in ufficio tutta la settimana non mi ha permesso di rendermene conto, ma oggi riesco a capacitarmi che siamo passati in un baleno dall’inverno ad un accenno di primavera. Anche qualche albero fiorito non mi lascia più dubbi.


Vengo scosso dalle note di “In memoria” dal cd che gira nell’autoradio e mi rendo conto che sono arrivato in centro. Trascorse velocemente le quattro domeniche precedenti, siamo già alla quinta. La quinta domenica di Quaresima. L’ultima via Crucis, l’adorazione alla Croce in abito di rito e poi da domani settimana di Passione con una serie di appuntamenti che ti scandiscono le giornate.

In oratorio mentre ci si veste, lasciando nudi i piedi, si cerca di tendere l’orecchio per sentire giù in chiesa costa stia cantando il coro. “A che stazione stanno?” chiede qualcuno, mentre qualcun altro che è riuscito a captare le note intona le parole del canto: “Signor non deve il Cireno, la croce tua portar...” Siamo alla quinta. E’ ancora presto.

“E’ dritto lo scapolare?”, “I nastri del cappello sono tesi bene?”, “Come è arricciato il camice da dietro?”. Queste sono le domande che posso ascoltare e che io stesso pongo a chi ho di fronte mentre mi cambio. Tutti ci teniamo ad essere perfetti, a rendere visibile il “decor” che è nostro, che abbiamo nel dna.

Dalla segreteria sollecitano. Siamo alla decima stazione della via Crucis ed in effetti in lontananza sembra di sentire il canto: “…dite, mio Dio, che fanno i serafini in ciel?”.

Ci raccogliamo in cappellina, pronti con i bordoni in mano. Qualcuno cala già il cappuccio sul volto, le note della Desolata ci fanno intuire che la statua della Beata Vergine Addolorata, portata a spalla, sta per essere posizionata sull’altare maggiore ai piedi del Crocifisso. Uno dei momenti di maggiore pathos di questa ultima domenica di Quaresima. La Madre e il figlio ancora una volta uniti. Lei poggiata sulla sua elegante base nera fregiata di argento, Lui crocifisso nel momento del massimo sacrificio, del momento per tanti considerato la maggiore umiliazione e che invece si dimostrerà il gesto dell’amore più grande.

E’ arrivato il momento; cominciamo ad uscire. Le coppie in ordine di anzianità, dalla porta laterale della cappellina, percorreranno tutta la navata prostrandosi per tre volte e incrociando le mazze per terra fino ad arrivare al Crocifisso posto ai piedi dell’altare per baciarlo.

In cappellina in attesa del nostro turno scambiamo due chiacchiere. Non è disinteresse per quello che sta accadendo, è un modo per stemperare la tensione, perché l’emozione è tanta. Non è la prima volta, anzi, ma l’emozione è sempre elevata. Sentiamo il suono della troccola e ci prepariamo. Un ultimo controllo reciproco con il compagno e poi, facendoci aiutare caliamo il cappuccio sul volto. A quel punto sei in un'altra dimensione. La vista è notevolmente limitata; l’udito è ovattato; il respiro diventa più difficile.

Usciti sulle note di “A Gravame”, prendiamo come punto di riferimento le poste che abbiamo davanti; dobbiamo sincronizzare i movimenti. Quando si genuflette la posta che è nei pressi dell’altare lo faremo contemporaneamente noi che siamo in fondo alla navata e la coppia intermedia più o meno al centro.

Una volta arrivati al termine, dopo le tre genuflessioni, dopo aver baciato la croce, dopo aver sollevato i cappucci, dopo essere saliti sull’altare, attendiamo che anche le altre poste compiano il loro rito sino all’ultima quella composta da Priore e primo Assistente. Poi saremo tutti li. Tutti sotto il Crocifisso in compagnia di Maria. Proprio come accadde allora quando “stava Maria ai piedi della Croce” e Gesù inchiodato sul legno affidò al discepolo amato la sua Madre e a Lei tutti quanti noi.


La benedizione finale è l’ultimo atto; poi ritorniamo su, riponiamo l’abito in valigia per tornare in fretta alle nostre case. Ci aspetta una settimana piena di impegni e soprattutto domenica prossima commemoreremo l’ingresso di Gesù a Gerusalemme: la domenica delle Palme. Mentre la mente viaggia sei già in auto, riparte il cd “tuppe, tuppe”.