giovedì 2 marzo 2017

Benedetto Maria Mainini

È appena terminato il Carnevale e con il mercoledì delle Ceneri si entra nel lungo periodo della Quaresima, una Quaresima che solo a Taranto è vissuta in un modo veramente particolare e intenso. Parlare della Quaresima significa proiettarsi immediatamente alla Settimana Santa, ai perdune, alle processioni dell’Addolorata e dei Misteri. A questo si arriva per tappe, con una preparazione graduata.

Da oggi, dunque, si entra nel vivo della tradizione pasquale tarentina, una tradizione che, per dirla come Giovanni Acquaviva, “resiste al tempo; e parrebbe quasi incredibile, se non ne fossimo tutti testimoni e protagonisti puntuali”. Oggi come oggi la secolarizzazione del mondo ha trasformato la vita di ciascuno di noi; ma, almeno dalle nostre parti, la “tradizione popolare” resiste. Ed è importante mettere in luce le grandi potenzialità che essa produce: non solo di aggregazione civica e sociale, ma anche di attrazione verso i misteri fondamentali della fede cristiana, il cui fascino s’impone ancora alle vecchie come alle nuove generazioni, nonostante le aggressioni del secolarismo che hanno appannato, se non in taluni casi cancellato, ogni segno del sacro nell’assurdo tentativo di cancellare le orme indelebili di Dio nella storia umana.

Per fortuna nel mondo di oggi resistono ancora manifestazioni che agli occhi dei più appaiono anacronistiche. E se tante cose sono cambiate negli ultimi tempi, le nostre tradizioni invece resistono. E resistono nonostante le evidenti difficoltà di inserirle in una vita cittadina divenuta convulsa, in una cornice che sembra voglia scacciare dalla nostra quotidianità tutto ciò che intralcia il ritmo di questa era industriale.

Oggi, dunque, mercoledì delle Ceneri, ha inizio la Quaresima, un periodo di quaranta giorni in cui il cristiano è chiamato alla penitenza e alla riflessione e che ci accompagnerà, costellato da innumerevoli appuntamenti, sino alla Pasqua. Oggi in tutte le chiese, durante la celebrazione della S. Messa, verranno imposte sul capo di ciascun fedele le ceneri ricavate dai rami d’ulivo benedetti lo scorso anno nella Domenica delle Palme. Il sacerdote dirà la frase “convertitevi e credete al Vangelo” che suona come un perentorio invito a rinforzare la nostra fede.

In passato però il rituale delle Ceneri era un po' diverso; il Preside Antonio Fornaro ci ricorda, nel suo libro “Viaggio attraverso la fede e la pietà popolare a Taranto”, che in passato, a mezzanotte dell'ultimo giorno di carnevale, l'Arcivescovo usciva in processione col Capitolo Metropolitano dall'Arcivescovado e, all'angolo della piazzetta con la Cattedrale, dove c'era un “Calvario”, si accendeva un falò dove venivano bruciate le palme portate dalle loro case dai tarentini. Ricordo che il prof. Giacinto Peluso, mio professore di francese al ginnasio, ci raccontava che a mezzanotte suonava il campanone di S. Cataldo e tutti i balli, le feste, avevano termine: questo rituale prende il nome di “a forore” le donne di casa provvedevano addirittura a pulire le pentole per togliere i resti della carne che, fino alla Pasqua, non poteva essere consumata, ovviamene da chi aveva le possibilità economiche di acquistarla.

E da domenica prossima avrà inizio la pia pratica della “Via Crucis”...








Tutte le foto sono di Valentina Tortorella