mercoledì 9 aprile 2014

“Orchestra di S. Cecilia”, tra pianto e conforto


Mattia Giorno


La musica, soave arte che da secoli accompagna l’uomo nei suoi svariati percorsi, è da sempre presente nelle nostre processioni, nei nostri riti e nelle nostre tradizioni.

Specialmente nel periodo quaresimale, che culmina con la nostra amata processione per giungere poi alla festa pasquale, diventa, attraverso le marce funebri, un tutt’uno con l’anima dei confratelli, accompagnandoli nel percorso penitenziale della Passio Christi.

Sin da quando ero bambino osservavo la commozione di mio padre alle note musicali delle bande cittadine impegnate nell’eseguire al meglio le marce funebri. Oggi, da confratello, mi sento di dire che la marcia crea quella perfetta sintonia tra il dolore e la commozione, divenendo piacevole sottofondo alla nazzicata e forte stimolo per la nostra mente ai pensieri più profondi.

Tra le tante bande presenti oggi nel nostro territorio ve ne è una molto conosciuta: la Grande Orchestra di Fiati di Santa Cecilia, diretta dal Maestro Giuseppe Gregucci.

La storia di questa banda ha inizio nel novembre del 1945, quando al termine della seconda guerra mondiale, in assenza di una banda cittadina, l’impresario Giovanni Taurisano chiese al Maestro Luigi Rizzola di creare una banda con strumentazione ampia e moderna, caratterizzata da un repertorio vasto e dettagliato. Così facendo il Maestro Rizzola tra il 1945 ed il 1946 diede vita alla “Banda Municipale Santa Cecilia di Taranto”, composta da ben 70 elementi e diretta dallo stesso Maestro. Con l’aiuto di varie associazioni e l’incoraggiamento della gente, tra cui quello di Mons. Guglielmo Motolese, allora segretario dell’Arcivescovo Ferdinando Bernardi, la banda riuscì a trovare delle sistemazioni adatte per le prove, giungendo all’esordio nella Settimana Santa del 1946, dove per l’occasione il maestro Rizzola compose la famosa marcia “Christus”. Sotto la guida del Maestro Rizzola, esibendosi in varie piazze italiane, la banda divenne una tra le più rinomate del dopoguerra divenendo nel 1949 Celebre Complesso Bandistico Municipale. Dal 1953 al 1961, mantenendo sempre grande prestigio, la bande vide l’alternarsi di vari maestri come Silverio Clemente, Davide Latagliata e Pietro Marmino. Dopo il 1961 essa però si occupò prevalentemente di ricorrenze religiose in ambito cittadino divenendo poi, nel 2008, Associazione Musicale Culturale, delineando fra gli obiettivi principali il “rinnovamento del patrimonio musicale della città attraverso la riscoperta del repertorio novecentesco.” Attualmente il complesso bandistico è composto da 45 musicisti, tra i migliori della città e della provincia, tutti provenienti dai conservatori.

Dalla sua ricostruzione l’orchestra dei fiati è presente alle maggiori ricorrenze civili e religione, tra cui anche alla nostra processione dei Misteri. È proprio nella processione dei Misteri che questa banda ricopre un ruolo importante: quello di accompagnare il feretro di Cristo ed il pianto di Maria Addolorata. L’Orchestra dei Fiati di S. Cecilia è difatti collocata dietro la statua dell’Addolorata, fungendo quindi, con le sue musiche, da amplificatore dei dolori di Maria, cercando anche di avere una funzione consolatrice, quanto meno per aver trovato il Figlio, seppur morto in croce. Un duplice ruolo che oscilla tra il disperato sfogo della Madre e lo spontaneo desiderio di volerla consolare.

Mi viene allora da pensare alla grande fortuna concessa a questo complesso bandistico, quella di essere accanto a Lei per tutto il tragitto, la Mamma nostra Addolorata, quella vera, che anche se nel dolore non ci lascia mai soli, nemmeno per un attimo.