Luciachiara Palumbo
A passo veloce mi muovo verso il Carmine sapendo che sulla marina sarà tutto molto peggio e penso alle mie povere mani dalle quali il freddo si diffonderà per tutto il corpo.
Il solito scambio di auguri con consorelle e confratelli e tutti diretti per la Cattedrale, dove ci aspetta lo spettacolo di colori, quel fantastico arcobaleno di confraternite tutte lì per lodare Lei, la mamma di Taranto. Si respira aria di famiglia, si avverte calore non solo fisico ma anche spirituale…
E' l'aria di Natale che aleggia sulle nostre teste e che spalanca i nostri cuori. Le parole dolci e profonde del nostro vescovo ci invitano a confidare nel "Si" di colei che tutto può presso Dio e ci sollecitano all'Essere sempre pronti e all'accettare con fermezza e gioia la volontà del Padre.
E' una di quelle celebrazioni partecipate emotivamente perché, calata nell'Avvento, ci porta tutti indistintamente alla riflessione. Accolto Gesù Eucaristia ci posizioniamo in fila per poter portare la luce dell'Amore di Dio nelle vie del borgo antico.
La Vergine Immacolata viene salutata con un forte applauso e i balconi, stracolmi di amici e parenti, lanciano in aria messaggi e preghiere. La luna bella illumina il mare e le barche, che oscillano sul mare leggermente mosso.
I fedeli accalcati ai bordi delle strade nascondono il viso dentro una sciarpa e sfregano le mani per riscaldarsi. Il mio naso è diventato rosso e inizio ad avvertire il freddo penetrante nella schiena, allora volgo il mio sguardo verso la mamma cercando la sua complicità.
Chiudo gli occhi e faccio finta di non sentire il ghiaccio delle mie mani. Sono ovattati tutti i suoni e ne prevalgono solo due: le pastorali e le medaglie del confratello che mi sta accanto.
Lentamente apro gli occhi e osservo le luci sui balconi del borgo nuovo. Nel freddo di una sera di dicembre un cuore caldo palpitava all'unisono con Lei per una città sofferente.
FOTO COLLEZIONE LUCIACHIARA PALUMBO