giovedì 4 dicembre 2014

Valeria Malknecht

“O Concetta Immacolata
 Tu del Sole sei vestita,
 Della luna a’ piè servita
 E di stelle coronata:
 O Concetta Immacolata!”

…recita così l’incipit dell’antico inno «O Concetta Immacolata», molto conosciuto a Taranto e che ancora oggi viene cantato in occasione delle festività dedicate alla Vergine Immacolata.
E quest’anno questa dolce melodia ci introduce al periodo dell’avvento. Infatti, con la messa vespertina dello scorso sabato 29 novembre (corrispondente alla prima domenica di avvento) ha avuto inizio anche la novena dedicata alla nostra compatrona.
Come ogni anno, la particolare statua della Vergine è stata portata dai confratelli dell’omonima confraternita dalla Chiesa di San Michele alla Basilica di San Cataldo, dove vi resterà fino all’8 dicembre, quando la città la accompagnerà in processione per le strade della città vecchia.


Ogni tarantino conosce la storia di questa statua, la particolarità e la “stranezza” (rispetto alle altre statue che siamo soliti osservare) delle mani giunte in basso a destra piuttosto che congiunte al centro del petto.
Ogni tarantino riconosce in quelle mani giunte, portate in avanti quasi in segno di protezione, il segno del miracolo che la Vergine compì nella notte fra il 7 e l’8 dicembre, quando pare che salvò Taranto da un forte terremoto.
Non starò qui a dilungarmi sulla leggenda, né sulla storia che riguarda il culto dell’Immacolata a Taranto.
Oggi parlerò, come sono solita fare, dell’aspetto emozionale che circonda la festività dell’Immacolata a Taranto mescolando, come sempre, “sacro” e “tradizione”.

Inizierò dal sacro, ossia dall’Inno “O concetta Immacolata”.
È un canto molto antico, di autore sconosciuto, che ho (ahimè) conosciuto solo di recente, qualche anno fa, attraverso un amico ed i potentissimi mezzi di internet.
È una delicata poesia che inneggia alla perfezione e alla semplicità della Vergine Immacolata, Colei che fu eletta fra tutte le donne a divenire madre fra le madri.
Una piccola donna coronata di stelle “…O Maria, la più speciale, dal peccato originale, mentre fosti preservata, O Concetta Immacolata!”.
Qui a Taranto si usa intonare questo bellissimo canto a conclusione della Novena, poco prima di portare in processione la nostra Immacolata.


Ma la festa a Taranto è anche sulle nostre tavole.
Perché a Taranto la vigilia dell’Immacolata è una festività sentita quasi quanto la vigilia Di Natale.
Tornano le bande per le strade ad intonare le note delle pastorali, torna il sapore delle pettole e la gioia di riunirsi a cena con la famiglia.
Per alcuni (chiamiamoli  “ritardatari”) giunge finalmente il momento di onorare la festa allestendo nelle case il presepe e l’albero di natale.
Il menù è quello tradizionale ed è “di magro”: linguine con le anguille o con le cozze, orecchiette con le cime di rape, spigole al forno, baccalà fritto, pettole con il vincotto e i nostri tradizionali dolci tipici natalizi, i sanacchiùdere e carteddàte.
Entrano in scena anche il panettone ed il pandoro e ci si inizia a riunire per le tombolate e per i giochi con le carte.

Ma ciò che, ancora una volta, rende davvero il senso della festa, quella vera, non è la tavola imbandita, ma le persone che la circondano e con cui scambiare gli auguri.

E così ci si accorge che il natale sta davvero arrivando…