Valeria Malknecht
“O Concetta Immacolata
Tu del Sole sei vestita,
Della luna a’ piè servita
E di stelle coronata:
O Concetta Immacolata!”
…recita
così l’incipit dell’antico inno «O
Concetta Immacolata», molto conosciuto a Taranto e che ancora oggi viene
cantato in occasione delle festività dedicate alla Vergine Immacolata.
E
quest’anno questa dolce melodia ci introduce al periodo dell’avvento. Infatti, con
la messa vespertina dello scorso sabato 29 novembre (corrispondente alla prima
domenica di avvento) ha avuto inizio anche la novena dedicata alla nostra
compatrona.
Come
ogni anno, la particolare statua della Vergine è stata portata dai confratelli
dell’omonima confraternita dalla Chiesa di San Michele alla Basilica di San
Cataldo, dove vi resterà fino all’8 dicembre, quando la città la accompagnerà
in processione per le strade della città vecchia.
Ogni
tarantino conosce la storia di questa statua, la particolarità e la “stranezza”
(rispetto alle altre statue che siamo soliti osservare) delle mani giunte in
basso a destra piuttosto che congiunte al centro del petto.
Ogni
tarantino riconosce in quelle mani giunte, portate in avanti quasi in segno di
protezione, il segno del miracolo che la Vergine compì nella notte fra il 7 e
l’8 dicembre, quando pare che salvò Taranto da un forte terremoto.
Non
starò qui a dilungarmi sulla leggenda, né sulla storia che riguarda il culto
dell’Immacolata a Taranto.
Oggi
parlerò, come sono solita fare, dell’aspetto emozionale che circonda la
festività dell’Immacolata a Taranto mescolando, come sempre, “sacro” e
“tradizione”.
Inizierò
dal sacro, ossia dall’Inno “O concetta Immacolata”.
È
un canto molto antico, di autore sconosciuto, che ho (ahimè) conosciuto solo di
recente, qualche anno fa, attraverso un amico ed i potentissimi mezzi di
internet.
È
una delicata poesia che inneggia alla perfezione e alla semplicità della Vergine
Immacolata, Colei che fu eletta fra tutte le donne a divenire madre fra le
madri.
Una
piccola donna coronata di stelle “…O
Maria, la più speciale, dal peccato originale, mentre fosti preservata, O
Concetta Immacolata!”.
Qui
a Taranto si usa intonare questo bellissimo canto a conclusione della Novena,
poco prima di portare in processione la nostra Immacolata.
Ma
la festa a Taranto è anche sulle nostre tavole.
Perché
a Taranto la vigilia dell’Immacolata è una festività sentita quasi quanto la
vigilia Di Natale.
Tornano
le bande per le strade ad intonare le note delle pastorali, torna il sapore
delle pettole e la gioia di riunirsi a cena con la famiglia.
Per
alcuni (chiamiamoli “ritardatari”)
giunge finalmente il momento di onorare la festa allestendo nelle case il
presepe e l’albero di natale.
Il
menù è quello tradizionale ed è “di magro”: linguine con le anguille o con le
cozze, orecchiette con le cime di rape, spigole al forno, baccalà fritto,
pettole con il vincotto e i nostri tradizionali dolci tipici natalizi, i
sanacchiùdere e carteddàte.
Entrano
in scena anche il panettone ed il pandoro e ci si inizia a riunire per le
tombolate e per i giochi con le carte.
Ma
ciò che, ancora una volta, rende davvero il senso della festa, quella vera, non
è la tavola imbandita, ma le persone che la circondano e con cui scambiare gli
auguri.
E
così ci si accorge che il natale sta davvero arrivando…