giovedì 10 aprile 2014


Mattia Giorno

Semplice e umile, così il messaggio di Papa Francesco in occasione della Quaresima di quest’anno.
Un testo ricco di spunti utili a migliorare la vita del buon cristiano per renderlo testimone del messaggio di Cristo.


Il Santo Padre si ispira alle parole dell’Apostolo Paolo rivolte ai cristiani di Corinto: «da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà»; spiegando come Cristo, figlio di Dio ed eguale a lui in potenza, si sia spogliato delle sue ricchezze per rendersi simile a noi. Tutto ciò trova spiegazione nell’amore divino donato e sacrificato per noi, Gesù infatti si è reso come noi in tutto, tranne che nel peccato, per far si che noi diventassimo come lui ad immagine del Padre, per renderci ricchi mediante la sua povertà.

Il Papa invita i fedeli ad amare, poiché l’amore è condivisione del tutto con l’amato, proprio come Gesù, che ha amato con cuore d’uomo tutte le creature.

Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto”, così il successore di Pietro vuole ricordare che l’amore di Dio non ha le sembianze dell’elemosina, bensì della condivisione, della povertà. Cristo è sceso tra la gente, si è fatto battezzare non per penitenza ma per prendere sulle sue spalle il peso dei nostri peccati: questo è amore! Cristo è ricco della fiducia in Dio, come un bambino verso i propri genitori, ricchezza che Egli ci chiede di fare nostra per mezzo della sua povertà.

Il Papa spiega come sia errato credere che noi, venendo dopo Cristo, possiamo pensare di salvare il mondo con i nostri mezzi e non tramite la povertà. Cristo oggi si fa povero nei Sacramenti, nella Chiesa, fatta da gente povera animata dallo Spirito. Questa è la vera povertà, la via maestra da seguire per giungere alla salvezza.
Francesco ci invita a guardare alle miserie dei nostri fratelli, a toccarle ed alleviarle: “la miseria non coincide con la povertà; la miseria è povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza”.

Tocca a noi aiutare i nostri prossimi, come fossimo in un’unica famiglia. Mi sorge spontaneo ora dire che forse, oltre tutte le critiche ricevute, nell’animo di ogni membro della nostra Confraternita ci sia la certezza della collaborazione per l’aiuto dei fratelli. Non è molto, ma non è poco dar da mangiare ai fratelli più poveri, contribuire in opere di evangelizzazione e di aiuto verso i più deboli. Il Papa ci indica questa strada evidenziando tre differenti miserie: quella materiale, di chi è povero e vive in condizioni disagiate; quella morale, data dalla schiavitù ai vizi ed al peccato; quella spirituale. Nel nostro piccolo ognuno di noi dovrebbe fare, oltre quello che già viene fatto, sempre più, per aiutare gli altri a conquistare fiducia in Dio e vincere tali miserie. Come dice Francesco “nei poveri e negli ultimi noi vediamo il volto di Cristo; amando ed aiutando i poveri amiamo e serviamo Cristo”. Il nostro impegno sia volto a dare speranza, a lottare conto le discriminazioni, i soprusi, sia aiuto per le genti a comprendere quanto sia importante seguire ed imitare Gesù.

La Quaresima è il tempo adatto per la spogliazione, volta ad arricchire gli altri attraverso una dimensione penitenziale.” Prendendo spunto da queste parole che il Santo Padre ci offre, dovremmo comprendere ancor meglio il senso delle nostre opere, il senso dei nostri riti, che diventino sempre più il segno per la nostra comunità tarantina che quel che noi facciamo lo facciamo per Cristo e per testimoniare la sua sofferenza e la sua misericordia e non per intenti prettamente personali.

Lo Spirito Santo, grazie al quale siamo come poveri, ma capaci di arricchire molti; sostenga questi nostri propositi e rafforzi in noi l’attenzione e la responsabilità verso la miseria umana.” Con queste parole il Santo Padre conclude il suo messaggio per la Quaresima e ci affida alla protezione di Maria Vergine nostra patrona.