mercoledì 24 settembre 2014

Valeria Malknecht

Per molti l’inizio del nuovo anno, il c.d. “capodanno”, cade il primo Gennaio.

Per altri, invece (fra cui me), il primo dell’anno corrisponde al primo di Settembre.

Quando ancora la pelle è ambrata e sa di salsedine, ma è già tempo di rimboccarsi le maniche, tornare ai soliti ritmi frenetici di lavoro e preparare zaini e cartelle che profumano di matite, libri e quaderni nuovi.

C’è, però, una terza prospettiva di “rientro settembrino”.


Il mese di Settembre apre le porte ad un nuovo calendario fitto di appuntamenti con la tradizione.

Fateci caso…gli amanti delle tradizioni tarantine (quelli che, per intenderci, non vivono solo di Settimana Santa) associano quasi ogni mese dell’anno ad una festività liturgica particolare e/o alla relativa processione: Giugno, ad esempio, è il mese della solennità del Corpus Domini; Luglio è il mese della festa della Madonna del Carmelo; Novembre è il mese di Santa Cecilia, quando si inizia già a respirare l’aria del Natale. E così via.

Dunque, arrivato Settembre, quasi a tentare di rendere più digeribile il duro rientro a lavoro o a scuola ci si domanda: quali processioni ci sono questo mese?

Anche i meno esperti sanno che Settembre è un mese davvero “impegnato”, perché è il mese della festività di S. Egidio, della Festa Grande dell’Addolorata e dei S.S. Medici.

Procedendo per ordine di calendario, la prima festa di settembre è quella di Sant’Egidio Maria di San Giuseppe, Santo natio della nostra città e compatrono di Taranto.

In realtà essa addirittura si sdoppia durante l’anno.

Infatti, siamo soliti celebrare la festività del Santo sia a febbraio, nel borgo cittadino presso la chiesa di San Pasquale Baylon, quando ricorre l’anniversario del Suo ritorno al Padre; sia la prima domenica di settembre, al quartiere Tramontone, presso la chiesa al Santo intitolata (la solennità di Sant’Egidio, infatti, cade esattamente il primo di settembre).

E chi è confratello sa bene che per amore e devozione del Santo si tollerano di buon grado sia il rigido clima della processione invernale, sia il torrido caldo estivo della processione settembrina.

Scorrendo i giorni del Calendario, a metà mese, ricorre la solennità della Beata Vergine Maria Addolorata.

Qui a Taranto tale festività liturgica è meglio conosciuta come la Festa Grande di Maria S.S. Addolorata.

Il 15 settembre la Confraternita Maria S.S. Addolorata e San Domenico accoglie i nuovi confratelli e consorelle e, come consuetudine, la terza domenica del mese ha luogo la processione in città vecchia.

Quella di settembre è un’occasione speciale per rivedere per le vie del borgo antico quell’inconfondibile volto di materno dolore che abbiamo lasciato con commozione nella chiesa di San Domenico nella tarda mattinata del Venerdi Santo precedente.

Questa volta l’Addolorata è coronata e vestita di un abito nero tutto ricamato d’oro, proprio come una regina. Ma resta la stessa umile madre dei dolori che nazzeca lungo il caratteristico pendio di San Domenico, accompagnata (stranamente) dal suono delle marce sinfoniche fra centinaia di mozzette nere.

Sul finire di Settembre, invece, quando l’estate è già diventata autunno, c’è una festività a me molto cara: è la solennità dei S.S. Medici Cosma e Damiano, che si celebra il 26 settembre sia in città vecchia presso la chiesa di San Giuseppe, sia nel rione Salinella nella chiesa a Loro intitolata.

Quella dei S.S. Medici di Taranto Vecchia è una festa che mi ricorda la mia nonna paterna che era molto devota ai “ Medici della città vecchia”.

Amo definirla una festa “del popolo”. Sia perché è particolarmente sentita dalla gente, sia perché è legata a dei simboli di devozione carichi di un significato tutto popolare: il tarallo, il fazzoletto che accarezza i Santi, il cero, la vecchia chiesetta nascosta fra i viicoli strettissimi della città.

Dal primo mattino fino a pomeriggio inoltrato i Santi sono portati in processione dai confratelli della Confraternita S.M. di Costantinopoli, ma in realtà ad accompagnarli sono le centinaia di ceri accesi, alcuni davvero enormi, che lungo il percorso precedono le statue.

Ciascun cero simboleggia un voto, una preghiera, una grazia ricevuta.

I segni di questa preghiera restano tangibili sui vestiti, sulle mani e sui piedi (alcuni scalzi) di chi porta il cero. E le lacrime di cera e di sale, che resteranno anche sull’asfalto, saranno sugellate e benedette dal passaggio dei Santi.

Finita la processione in città vecchia, inizia quella organizzata dall’omonima Confraternita nel rione Salinella dove ancora oggi la gente, al passaggio delle statue, usa stendere ai balconi bellissimi tessuti di ogni fattura e colore, ad omaggio dei Santi Medici.


Le belle tradizioni settembrine sono il segno del nostro ricominciare e danno il via ad un “nuovo anno” di appuntamenti che ci porteranno a rincontrarci nelle nostre chiese e lungo le nostre strade.

La nostra pietà popolare, l’altra faccia di una Taranto provata dai mille problemi di questo particolare momento storico, sia più che mai sincero veicolo e tramite delle nostre preghiere alla Vergine Maria Addolorata ed ai Santi a cui ciascuno è devoto, perché essi volgano il loro sguardo sulla nostra città, sui nostri cari, sui nostri malati.

Perciò, buon anno a tutti, Buon nuovo inizio e bentornato Settembre!