martedì 2 settembre 2014

Salvatore Pace

Non conosco Peppe da tanti anni, ne parlo al presente perchè, dopo poche ore è difficile se non impossibile farsene una ragione e considerarlo "passato".

Di vista , però, lo ricordo da sempre in mezzo alla Congrega, ero chierichetto ai tempi di Don Luigi Liuzzi e Don Tonino Caforio e già ho i ricordi di questo Confratello, anziano, conosciuto da tutti, scanzonato nei suoi modi, che non passava inosservato e che aveva un nome e cognome quasi pronunciati in un'unica parola PEPPALBAN..

Io sono cresciuto, il chierichetto è diventato confratello, il confratello è diventato "grande" ma Peppe era sempre lì, da esterno, da collaboratore in un paio di Consigli di Amministrazione quella figura "anziana", quasi indefinita, era sempre presente durante la vita delle nostre Confraternite, era impossibile non vederlo "farisciare" vicino ad abiti, simboli, statue ed era impossibile non scorgerlo, il 16 luglio, indaffarato mentre "vestiva" il suo amico fraterno, il suo fratello di Scapolare e di vita, Antonello, forse più preso dalla vestizione di quest'ultimo che dalla sua.

Nel 2000 il primo incontro, un contrattempo fece ritardare l'uscita di una "posta", quella posta era composta da due amici e, trovandomi in Chiesa anche io, facemmo conoscenza mentre lui si adoperava, insieme a me, per risolvere quel piccolo inconveniente.

Era un fiume in piena Peppe Albano, sopratutto in quelle occasioni che lui amava, in una mezzoretta mi raccontò aneddoti e fatti che mi fecero ridere e pensare, emozionare e riflettere.

Era spigoloso Peppe, per nulla facile ad accondiscendere, era un tipo tosto, di quelli schietti  e non mi va di fare un "coccodrillo" tipo telegiornale, Peppe era uno che non te le mandava a dire, Peppe se aveva qualcosa che gli andava storto t'mannav a quidd pais, ma quante risate ti faceva fare quando ce l'aveva dritta,  rido e piango ancora adesso pensando che nel '98, da collaboratore, mi vendette un camice stile impero ancora oggetto di ilarità e discussione dopo quasi 20 anni ogni volta che mi capita di indossarlo ..."ma da do l'assì quidd camice ??", e ieri mentre lo salutavo sorridevo, guardandolo e facendogli dentro di me questa domanda .

E di Peppe ricorderò sempre il sorriso di gratitudine quando gli dissi che avevo piacere ad averlo alla cena dei miei quarant'anni, le lacrime quando la Madonna nel 2013 si rifugiò nel portone di via Margherita, i soprannomi che affibbiava a tutti, la "gelosia" dei segreti di Congrega, chiavi, armadi, "nascondigli di cui non amava parlare, Peppe amava e odiava, era amato e odiato come tutti noi, un uomo semplice ma, a differenza di molti di noi, si era ritagliato col suo essere un ruolo di quelli che spettano a pochi, quelli che sono destinati ad essere ricordati.

Potrei parlare di mille altri aneddoti, di quanto mi "jastemò" pochi mesi fa quando gli chiesi di aprire armadi e porte per un articolo di nazzecanne, di cene dove prometteva di mantenersi ma alla fine l'avemma fermà cenò s mangiav pur a nnu, di quante volte ci ha aggiustato camici, cappucci e scapolari e soprattutto quanto era intransigente nell'amore verso la Congrega e di come difendeva e "coccolava" con onore i suoi amici storici, quelli di una vita ..ma chi lo conosceva sa..e non sarò certo io a poter ricordare tutto di lui.

Se andate a vedere nella nicchia della Titolare e fate attenzione il Bambinello oggi è sicuramente un po più triste.

Arrivederci Peppe mi raccomando no fumà e no mangià tropp addassus, un abbraccio dal tuo amico cacabicchiere e quanto mi piacerebbe sentirti rispondermi ancora  "cu u fischett..****" !!