lunedì 22 settembre 2014


Claudio Capraro

I più giovani magari hanno la fortuna di averli ancora accanto; quelli che hanno qualche anno in più conservano nei loro cuori le immagini dei propri nonni, figure fondamentali nella formazione, nella crescita di ognuno di noi; figure fondamentali delle nostre famiglie.

Il prossimo 28 settembre, alla vigilia del Sinodo delle Famiglie, Papa Francesco incontrerà in piazza San Pietro i nonni di tutto il mondo.

Forte e supportata da dati concreti è la preoccupazione del Santo Padre relativa alla diffusione della “cultura dello scarto” attuata verso una categoria “debole” come appunto quella degli anziani, messi sempre più ai margini della società. Forse qui in Italia e ancora di più da noi nel meridione, questa cultura non ha ancora attecchito del tutto, anche se in qualche caso si cominciano a scorgere segni di incubazione. I nonni, gli anziani in generale, anche rappresentando comunque una delle categorie deboli, rivestano ancora un ruolo importante nelle nostre famiglie, a volte un ruolo importantissimo nel welfare familiare.


I nonni hanno un ruolo fondamentale nel tramandare i ricordi, le tradizioni. Con i loro racconti di vita, di morte, di pace, di guerra, sfogliando le pagine del proprio libro dei ricordi o aiutandosi con qualche vecchia foto ingiallita dal tempo hanno avuto ed hanno per i figli, ma più in particolare per i nipoti con i quali stabiliscono un legame invisibile ma fortissimo, un ruolo essenziale per tener vive tradizioni familiari e comunitarie. La famiglia appunto, definita dal Pontificio Consiglio per la famiglia, “luogo fondamentale e primario dove un anziano può vivere dentro una trama di relazioni che lo sostengono e che, a sua volta, è chiamato a vivificare e arricchire”.

E quanta e quale importanza hanno rivestito e rivestono ancora oggi i nonni nel tramandare le nostre tradizioni, l’amore per le confraternite a figli e nipoti. Il senso di appartenenza, il senso del dovere e del decoro; l’amore per i riti hanno nella grandissima parte dei casi proprio nei nonni il massimo e più efficace mezzo di trasmissione. Ognuno di noi potrebbe raccontare aneddoti al proposito, molti di noi possono vantare di avere nel proprio guardaroba qualcosa ereditato dai nonni: lo scapolare, la corona del rosario, il cappello o altro. Magari mostrerà i segni del tempo, ma nel nostro cuore avrà un posto particolare.

Dovremmo cercare, nonostante i problemi quotidiani, nonostante i ritmi incalzanti, nonostante tutto, di non perdere di vista i valori fondamentali della nostra esistenza, della nostra società, della nostra cultura e soprattutto della nostra fede. Dovremmo dare ai nostri anziani nuove speranza per non arrendersi, affinché citando il Salmo 71, abbiano essi la forza per chiedere che “venuta la vecchiaia ed i capelli bianchi, o Dio non abbandonarmi fino a che io annunci la tua potenza, a tutte le generazioni le tue imprese”. E a noi più “giovani” dovremmo ricordare la frase che ama ripetere un famoso nonno della televisione: “ricorda, ciò che tu sei io ero e ciò che io sono tu sarai”.