martedì 23 settembre 2014


Antonino Russo

Il titolo di questo libro di Padre Luciano Cupia va' dritto al cuore del rapporto con il Padre. Dio ci ama con amore paterno e materno allo stesso tempo, ci accarezza, ci abbraccia come raffigura il dipinto di Rembrandt "Ritorno del figliol prodigo" in cui il Padre buono ha una mano da donna e una da uomo.

Sono tanti i momenti in cui nell'Antico Tastamento ci troviamo dinanzi ad un Dio in collera con il suo popolo ma non possiamo non sottolineare i momenti di tenerezza che dalla Genesi in poi sono raccontati nella Bibbia.

Chi è genitore sa che le carezze così come i rimproveri servono a far crescere i propri figli: in questa relazione di figli di Dio, fratelli in Cristo, ci ritroviamo a far crescere la nostra fede, il nostro abbandono nelle braccia del Padre.


Il primo atto della creazione è un soffio delicato con il quale Dio crea ogni cosa:

"Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio li creò; maschio e femmina li creò" (Gen 1,27).

Il Signore dimostra il suo amore nel donare ad Adamo la donna Eva, a creare l'Eden, a far si che Adamo dia un nome agli esseri viventi.

È già dalle prime pagine della Genesi che sia avverte l'inizio di una grande storia d'amore!

Poi è la volta del perdono di Caino (Gen 3,15) e della salvezza degli esseri viventi attraverso l'arca, contenitore della tenerezza di Dio durante il diluvio (Gen 9,12-16).



La storia d'amore continua con i Patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe: la parola "alleanza" assume il significato più profondo di amore e fedeltà.

Poi è la volta di Mosè che intercede per il suo popolo con una preghiera stupenda: "Vedi, tu mi ordini: Fa' salire questo popolo, ma non mi hai indicato chi manderai con me; eppure mi hai detto: Ti ho conosciuto per nome..." (Es: 33,12-13). Dio si intenerisce, si manifesta a Mosè, perdona e dona le tavole della legge.

L'autore sottolinea magistralmente la tenerezza di Dio nei libri di Samuele, Re, Cronache e ancora Rut, Tobia, Giuditta Ester: storie di affetto tra suocera e nuora

ma anche di una "notte di nozze fuori dall'ordinario" come tra Tobia e Sara (Tb 8,5-7).

Il libro parla poi della bellezza dei Salmi, poesia di Dio: della tenerezza del Buon Pastore nel Salmo 23 (22) o del Salmo 8 che descrive l'uomo che si stupisce come un bimbo nei confronti delle meraviglie del creato.


L'autore parla dei libri Sapienziali, del libro de I Profeti fino ad arrivare al Vangelo.

Nelle pagine del Nuovo Testamento la carezza di Dio è ancora più evidente perché si manifesta nei gesti e nelle parole della Vergine Maria (Lc 1,46-65) e di Gesù con le sue parabole e i suoi miracoli fino ad arrivare al dono dello Spirito Santo e all'ultima carezza di Dio verso l'eterno con il libro dell'Apocalisse.

Pensiamo alla tenerezza del pianto di Gesù davanti al sepolcro di Lazzaro, al rapporto di amicizia che lo legava a Marta e Maria.

"Donna, ecco il tuo figlio" (Gv 19, 23-27): un'ultima carezza di Gesù a sua Mamma ma anche una carezza all'umanità: "Ecco la tua madre!".

Prima della processione della Madonna del Carmine ho sentito una persona del Consiglio di amministrazione rivolgersi ad un Confratello ricordandogli che quella sera avrebbe portato un "peso soave". E' così: per noi Confratelli una sdanga diventa proprio... come una carezza.