martedì 16 settembre 2014

G.S.

Come ormai consuetudine, il nostro Arcivescovo mons. Filippo Santoro dà inizio all’anno pastorale diocesano con un pellegrinaggio unitario dell’Arcidiocesi presso un Santuario mariano. Lo scorso anno, il 14 settembre, ci ritrovammo in circa 2000 pellegrini presso la Basilica della Santa Casa a Loreto. Quest’anno, la meta scelta dall’Arcivescovo è stato il Santuario della Madonna delle Grazie a San Giovanni Rotondo.
Lo scorso 13 settembre, sono così convenuti a San Giovanni Rotondo, circa 5000 pellegrini con 90 sacerdoti. E fra i pellegrini anche noi, poco meno di 150 fra Confratelli, Consorelle e Parrocchiani, col nostro pastore mons. Marco Gerardo.

L’Arcivescovo ha incontrato i pellegrini davanti al Santuario della Madonna delle Grazie, luogo dell’esperienza terrena del Santo frate stimmatizzato, Padre Pio, dove ha voluto anche condividere un ricordo personale: Padre Pio, ormai anziano e infermo, che salutava i pellegrini dalla finestra del convento. Allo stesso modo, ha detto l’Arcivescovo, “oggi Padre Pio ci saluta dal cielo e ci benedice”. Mons. Santoro ha ricordato come il pellegrinaggio a cui partecipiamo è rappresentazione stessa della chiesa in cammino e quindi in missione. In un primo momento di preghiera sul
sagrato del santuario, si sono susseguite le invocazioni: un sacerdote, un diacono, una coppia di sposi, un giovane, una consacrata. L’Arcivescovo ha quindi recitato la preghiera alla Madonna delle Grazie, e, seguendo la croce, alla testa dei sacerdoti, ha guidato tutti, dapprima, all’interno del santuario per venerare l’immagine mariana tanto cara a Padre Pio, e quindi nella nuova aula di preghiera per la celebrazione della Messa.
Poche volte si è vista colma di fedeli la grande aula, che ha una capienza di circa 7000 persone. I pellegrini di Taranto l’hanno riempita completamente insieme ai tanti che a loro si sono voluti aggiungere. L’Arcivescovo ha quindi presieduto la Santa Messa della festa dell’Esaltazione della Croce, concelebrata da tutti i sacerdoti presenti. Nel corso della Messa ci ha anche raggiunti mons. Michele Castoro, Arcivescovo di Mafredonia Vieste e San Giovanni Rotondo, per dare al vescovo e a tutti i pellegrini il proprio benevenuto.

Come in ogni occasione, l’omelia dell’Arcivescovo è stata ricca di insegnamenti e indicazioni di cui fare tesoro nella pratica quotidiana della fede, tanto per i sacerdoti quanto per i laici. Mons. Arcivescovo ha ricordato l’importanza dei segni liturgici – il segno di Croce su tutti - che vanno compiuti bene e nella piena consapevolezza del loro significato. “Ripartiamo dalla misericordia: il Signore non si stanca mai di perdonarci”, ha ricordato mons. Santoro, ribadendo come il punto di partenza per la nostra pastorale deve essere proprio la Croce e la misericordia di Dio: “per questo siamo venuti qui!”. Ci è richiesta dal Papa, ha detto ancora l’Arcivescovo, una sorta di “conversione pastorale e missionaria” che Papa Francesco intende come un disporsi, da parte di ogni realtà ecclesiale, in uno “stato permanente di missione”. Le indicazioni del Papa confermano la nostra comunità diocesana nel suo impegno a favore dei poveri: mons. Arcivescovo ha ricordato il grande progetto di realizzazione di un centro di accoglienza nella Città Vecchia, per il quale sono state già raccolte offerte per circa 100.000 euro – fra parrocchie, Confraternite, movimenti e tanti “oboli della vedova” – a cui si aggiungono altre 50.000 provenienti dalla carità del Vescovo. In questo modo, ha detto mons. Santoro, “la nostra città darà due segni: il segno dell’accoglienza e il segno della riapertura al culto del Santuario della Madonna della Salute.
riqualificazione della Città Vecchia”, per la quale è già in progetto anche il completamento del restauro per la
 E nella riflessione proposta dall’Arcivescovo non potevano mancare i grandi temi che interpellano ormai da tempo le coscienze e le scelte nel nostro territorio: il lavoro e l’ambiente. Ai sacerdoti mons. Arcivescovo ha indicato l’esempio del sacerdote Padre Pio, che è stato grande perché celebrava con umiltà e decoro la Santa Messa e confessava i penitenti.
Al termine della celebrazione, mons. Arcivescovo ha infine consegnato il mandato ai catechisti, salutando tutti i pellegrini che incontrerà nel corso dell’anno nelle diverse realtà parrocchiali.

Come Confraternita avremo modo, nel corso dell’anno, di fare tesoro delle indicazioni dell’Arcivescovo e di tornare a meditare i suoi insegnamenti, sotto la guida del nostro Padre Spirituale don Marco, in particolare a proposito dell’importanza dei segni – si può dire che il carisma confraternale è incentrato in modo determinante sui segni – e dello stato permanente di missione al quale anche noi, come comunità, siamo chiamati.


Nel video, la ripresa integrale dell'omelia dell'Arcivescovo