giovedì 25 settembre 2014

Antonello Battista

Leggendo ed ascoltando le letture ed il Vangelo della Domenica XXIII del Tempo Ordinario, mi son subito venute in mente alcune riflessioni che mi fa piacere condividere coi miei gentili lettori di Nazzecanne.

Il brano del Vangelo (18, 15-20), dell’evangelista Matteo, tratta della correzione discreta del fratello:

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:


«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.

In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.»”

Il messaggio evangelico di questo passo, è a mio parere dirompente e moderno, tanto da sembrare quasi rivoluzionario, difatti la bellezza del Vangelo sta nella sua attualità nonostante i due millenni trascorsi.

In una società moderna sempre più secolarizzata ed in preda ad un nuovo paganesimo dilagante, unica roccia di salvezza continua ad essere sempre Nostro Signore Gesù Cristo e le sue parole che ci parlano al cuore indirizzando i nostri passi ed i nostri pensieri verso la Via della redenzione che solo lui è capace di mostrarci.


Analizzando nel concreto il brano preso in esame ci si rende conto di quanto nella vita di tutti i giorni sia difficile attuare la buona novella, ma è compito del cristiano spendere tutte le proprie forze affinché la sua esistenza sia il più possibile conforme agli insegnamenti di Cristo. Credo sia davvero improbabile trovare al giorno d’oggi qualcuno che nella correzione fraterna applichi la discrezione e tenga tra sé ed il fratello la circostanza dell’ammonimento, ma soprattutto credo che sia ancora più difficile trovare vero disinteresse ed amore verso il prossimo quando si ammonisce qualcuno.

È Gesù stesso che ci indica la maniera giusta per la corretta correzione fraterna, prima in privato, e qualora il fratello non dovesse ascoltare, correggerlo alla presenza di due o tre testimoni e qualora ancora non ascoltasse la nostra parola, solo allora correggerlo alla presenza della comunità e in conclusione se la ascolterà avremo riguadagnato il nostro fratello.

Quanta verità in questo messaggio, quanta attualità in un così antico pensiero! E quanto inascoltata rimane questa parola tra noi uomini “moderni”: la filosofia dello “sbatti il mostro in prima pagina”, la demolizione della dignità altrui, la presunzione di infallibilità e l’ipocrisia del perbenismo, sono diventati i capisaldi di una società, la nostra, che sembra in preda all’autodistruzione morale ed etica.

Gli innumerevoli problemi socioeconomici che il Mondo, l’Europa, l’Italia e la nostra città stanno affrontando sembrano far aumentare l’alienazione dell’uomo, scatenando un tutti contro tutti per la sopravvivenza, dagli effetti devastanti persino sulla stessa dignità della vita umana.


La soluzione al disfacimento morale, ce la abbiamo a portata di mano da duemila anni, ed è per l’appunto il Vangelo; e se solo a mio parere attuassimo anche l’un percento degli insegnamenti di Nostro Signore, vivremmo in un mondo di gran lunga migliore e lo lasceremmo ai nostri figli di sicuro anche migliore di come l’abbiamo trovato, attuando la vera rivoluzione che secoli di storia dell’uomo non sono mai riusciti ad attuare, ovvero letteralmente “rigirare” questa terra ad immagine del regno dei cieli.