mercoledì 17 settembre 2014

Luciachiara Palumbo

Quante volte a scuola, nei telegiornali e più in generale in televisione si ascolta appellare il 27 Gennaio come "il giorno per non dimenticare, la giornata della memoria"? Tante volte, eppure io semplice ragazzina di diciassette anni mi sono sempre domandata come noi, che non abbiamo partecipato attivamente, potessimo rivivere qualcosa che in realtà non abbiamo vissuto.

Certo abbiamo moltissime testimonianze e i film tentano di mostrarci l'orridità di una guerra che certamente ha mutato la faccia del mondo ma noi ragazzi come possiamo capire appieno cosa è successo in quegli anni? Poi mentre leggevo uno dei libri assegnatimi per le vacanze ho percepito un brivido, una sensazione forte e indescrivibile… come se all'improvviso fossi io lì ad osservare quella scena così atroce che veniva descritta nelle pagine. Un uomo, un ebreo trascina le proprie gambe stanche… ha fame, ha sete, ha bisogno di compassione in quella calca di disprezzo.


Cade a terra sotto il peso di una falsa colpa, viene schernito, viene incitato ad alzarsi, viene picchiato … Un uomo, un semplice uomo si fa largo tra la folla e gli offre un pezzo di pane, lo aiuta a risollevarsi e si fa carico di quel macigno interiore, di quella etichetta nata dallo sguardo di chi osserva. Gli occhi si incontrano, gli occhi si amano, le braccia si stringono… ci si riconosce fratelli e figli di uno stesso Dio. Ma ecco arrivano di nuovo e sulle spalle dell'uno e dell'altro appaiono strisce rosso sangue ma il dolore non è quello fisico … il dolore è quello di due uomini strappati al loro essere uguali, il dolore è quello di assistere impotenti ad un errore immenso.

Questa scena, questa orrida immagine sembra già vista… è stata già vissuta. Quasi duemila anni prima un uomo viene caricato di una croce, gli viene affissa un'insegna "Gesù Nazareno re dei Giudei", viene fatto sfilare tra tanti uomini e donne… è soggetto di scherno, di derisione, di sputi, di insulti. Cade, cade tre volte sotto il peso di una "falsa colpa" e tenta con le proprie forze di rialzarsi.

Una donna si fa largo tra la folla, asciuga il volto grondante di sudore con la stoffa; Un uomo si fa largo tra la folla, solleva quell'asta di legno pesante. Gli occhi si incontrano, l'amore guarisce le ferite e colma le distanze… Quest'uomo spira su una croce, il suo sangue fuoriuscente dalle lacerazioni del corpo si sparge sul suolo del mondo e inonda di vittoria gli animi crudeli di chi ha portato a cotanta morte un uomo giusto. Ma allora ci si domanda dov'è la vittoria? Dove era la vittoria tra il '39 e il '45? Dov'è la vittoria ora?

Ancora oggi uomini, donne e piccoli angioletti vengono sporcati di un sangue di odio, vengono sottoposti alla tortura di Cristo… ma a che pro? solo perché amano? solo perché testimoniano con la loro vita la bellezza di un mondo dove il fattore motore è solo l'amore? Mondo che cadi anche tu sotto il peso della cattiveria fissa il tuo sguardo negli occhi di Cristo e ti garantisco che incontrerai l'amore.


Riconosciti uniforme, riconosci la varietà nella misura in cui il diverso nasce dall'uguale… Cristiani, mussulmani, ebrei siamo tutti sotto lo stesso cielo, siamo tutti sotto le stesse lacrime di un Padre che vede morire i propri figli…