Superata la prima domenica di Avvento ed in preparazione della ricorrenza della festività dell'Immacolata, molti confratelli e consorelle affrontano un passaggio importante verso il tempo forte che aggiunge un ulteriore tassello di avvicinamento alle festività natalizie ed i pensieri corrono veloci a quando da giovane novizio in una fredda e soleggiata mattinata della festa dell' Immacolata un gruppo di Confratelli del Carmine si ritrovò molto presto davanti alla chiesa di S. Agostino; io ero tra quelli e avevo il cuore in gola, per la sola attesa di indossare l'Abito di Rito.
Il tintinnìo delle medaglie, il sacco, lo scapolare, il profumo di cotone del cappuccio (calato solo per un attimo davanti agli occhi e poi subito sollevato per la processione); poi i memorabili rimproveri del compianto e indimenticabile Sig. De Florio che con energia e severità ci metteva in riga.
Il distacco più grande, che tuttavia dovevamo affrontare era quello che ci separava dalla Settimana Santa, e indossare l'Abito ancora una volta, se pure non ancora a piedi nudi, significava aggiungere esperienza ad un processo lento e lungo che sembra non essersi mai arrestato.
Oggi a distanza di poco più di vent'anni quell'attesa è ancora lenta e la prima domenica di Avvento segna un momento importante, perchè custodire la tradizione è compito complesso che richiede una meticolosa attenzione.
