giovedì 12 gennaio 2017

Claudio Capraro

Stamattina in casa l’aria è triste. Io non sono un patito degli addobbi natalizi, mi limito a tirare giù e rimettere a posto gli scatoloni con l’albero, le palline ed i festoni, ma non nego che se ripenso a quando l’ho fatto il giorno precedente Santa Cecilia, lo spirito che aleggiava per casa era differente: musica, armonia, gioia. 

Stamattina, invece, facendo l’operazione inversa c’è silenzio, ognuno meccanicamente e silenziosamente svolge il suo compito: chi sfila i rami dell’albero, chi sistema le palline nelle scatole, chi riavvolge i nastri colorati. Neanche il sottile manto bianco, che guardando fuori dalla finestra riusciamo a vedere, riesce a darci una gioia particolare.


In fondo è giusto così, questo provo a spiegare ad una moglie ed una figlia particolarmente tristi. Ci pensate a tenere tutto l’anno l’albero di Natale che noia? Niente, non solo non sortisco gli effetti sperati, ma ricevo in cambio occhiatacce. 

Allora provo con il Presepe, lo terremo fino alla Candelora, pensate che bello! Ma la risposta della piccola di casa è gelida; mi chiede dal giorno successivo come farà a dare il suo bacio a Gesù Bambino ogni volta che esce o rientra a casa. Rimango in silenzio, saprei come risponderle, ma so anche che avrebbe argomenti per controbattere.

Finite queste lunghe vacanze è giusto tornare alle attività usuali, alle “sudate carte” di leopardiana memoria, al tran tran quotidiano che ci fa anche brontolare, ma che in fondo ci trasmette una certa sicurezza.
 
Ed in molte case lo faremo tenendo esposto ancora il presepe fino appunto al 2 di febbraio, giorno della presentazione di Gesù al Tempio, comunemente detto della Candelora. 

La grotta con la Sacra Famiglia, i magi, i pastori e gli animali continueranno a farci compagnia per qualche altra settimana accompagnandoci verso il periodo che tutti noi aspettiamo, transitando per l’inizio del Carnevale e proiettandoci verso la fine del mese di febbraio quando ci incontreremo, genuflettendoci e pregando davanti al Santissimo Sacramento, prima dell’imposizioni delle ceneri sulle nostre teste.

L’Epifania tutte le feste porta via, e allora cominciamo il nuovo anno: il libretto è pronto per “mettersi a corrente”, la mente è già avanti di qualche mese e a volume basso basso, per evitare altri sguardi di traverso delle “fans del Natale”, ascolto “Tristezze” mentre sistemo l’ultimo scatolone