martedì 24 gennaio 2017

Antonino Russo

"La musica crea uno spiraglio nel cielo." - Charles Baudelaire.

Quante volte, specie durante la celebrazione dei matrimoni abbiamo ascoltato, in musica, queste parole a noi così care nell’Ave Maria di Schubert:

Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

Franz Schubert (1797 – 1828) compose tantissime di opere sacre, non molto conosciute, la cui produzione coprì tutto l'arco della sua breve vita.
La religione fu una presenza costante nella vita di Schubert e il rapporto con la fede costituì un tema importante della sua vita creativa, tanto da fargli scrivere in un diario del 1824:

''È con fede che l'uomo prima entra nel mondo. Essa viene di gran lunga prima che la ragione e la conoscenza, poiché per capire qualcosa bisogna prima credere in qualcosa. La ragione non è altro che fede analizzata''.

Curiosamente, di tanta ricchezza musicale oggi si conosce soprattutto un brano che non fu scritto come musica sacra: la famosissima Ave Maria.

Nel 1810 Sir Walter Scott aveva scritto un lungo poema narrativo intitolato ''The Lady of the Lake'' (La donna del lago), ispirato alle saghe scozzesi.
Nel racconto, l'eroina Ellen Douglas, che per fuggire ai pericoli si nasconde in una grotta, prega cantando ''Hymn to the Virgin'', un inno alla Vergine (canto 3, stanza 29 del poema).

Philip Adam Storck tradusse il poema in tedesco e lo pubblicò a Essen nel 1819.
l'Inno alla Vergine diventò "Ellens dritter Gesang" ("Terza canzone di Ellen"). L'anno seguente il ciclo fu riedito col titolo ''Sieben Gesänge aus Walter Scotts Fräulein vom See'' (Sette lieder dalla Donna del Lago di Walter Scotts) op. 52, con entrambi i testi sia quello in tedesco di Storck sia l'originale inglese di Scotts: l'operazione fruttò un ottimo compenso per il musicista.
La dolce melodia del terzo lieder, supportata da un perfetto arpeggio al pianoforte, fu concepita per voce femminile, ma divenne subito famosa ed apprezzata nell'interpretazione del baritono Johann Michael Vogl, grande amico di Schubert.
In seguito il brano prese ad essere eseguito con le parole della preghiera latina Ave Maria.

Oggi è una delle musiche ''classiche'' più conosciute e viene cantata (col testo in latino o nelle varie lingue moderne) e suonata da artisti di ogni estrazione e tendenza: indimenticabile, ad esempio, l’esecuzione del Maestro Pavarotti.
L’Ave Maria di Schubert trova più difficilmente collocazione nelle liturgie dove non è sempre tollerata non per la sua origine ''profana'' ma per motivi più strettamente liturgici in quanto l'invocazione alla Vergine non rientra nelle tematiche del sacrificio eucaristico.


L'Ave Maria non andrebbe quindi cantata né all'Offertorio né alla Comunione semplicemente perché è una preghiera non adatta alla circostanza ma può essere eseguita alla fine della cerimonia nuziale durante le firme.