martedì 17 gennaio 2017

Emanuele Damone

Oggi 17 gennaio la Chiesa festeggia Sant'Antonio abate, conosciuto per essere il patrono degli animali domestici, ma anche del lavoro agricolo e delle malattie della pelle (il fuoco di Sant’Antonio). Ma perché viene considerato come tale e raffigurato sempre con un maiale ai piedi? E perché proprio fuoco di Sant’Antonio?

Antonio nacque a Coma, in Egitto, intorno al 251. Rimasto orfano molto giovane, abbandonò ogni cosa seguendo il passo evangelico “Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai e dallo ai poveri” e si ritirò nel deserto vivendo in povertà e preghiera. Si racconta che più volte il diavolo lo tenti ma grazie alla fede riesca sempre a sconfiggerlo.

Una volta morto le sue reliquie furono spostate in Francia dove vennero venerate soprattutto dai malati di ergotismo canceroso, una malattia che bruciava la pelle. Lui che aveva sconfitto il principe del male e del fuoco eterno, poteva ben sconfiggere il fuoco della malattia. Ecco che allora la malattia prese il nome di “Fuoco di Sant’Antonio”.

Intorno a lui si formò la congregazione degli Antoniani. Questi monaci allevarono maiali, anzi meglio dire addomesticarono questi animali con tanto di collare e campanella. Ciò accadeva perché, essendo il maiale simbolo del Male, averlo al collare significava imitare ciò che aveva fatto il Santo fondatore.

Da questo momento Sant’Antonio diventa il patrono del maiale “domato” e di conseguenza il santo protettore di tutti gli animali domestici e da cortile.

Molte leggende narrano che nella notte del 17 gennaio gli animali parlino tra di loro e che ascoltarli sia di malaugurio.

Il nostro Don Marco, grande amante degli animali, terrà una Santa Messa con la benedizione dei nostri amici pelosi e non alle ore 12 di domenica 22 gennaio. Ormai sono membri della nostra famiglia e come tali devono essere considerati. Il Santo Giovanni Paolo II diceva “C’è nell'uomo un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi”. Domenica portiamo in chiesa i nostri amici, anche loro hanno bisogno di Chi protegge tutti noi.

“La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono”
Charles Darwin