mercoledì 25 gennaio 2017

Salvatore Pace

Non chiamateci pazzi,

ma per alcuni di noi, tarantini sino al midollo e "cataldiani", in questi giorni sta accadendo una metamorfosi quasi kafkiana.

Sino al 6 gennaio, Epifania di Nostro Signore, soprattutto quest'anno poi con tanta neve che era adatta al periodo natalizio, siamo "dormienti", siamo silenti, assopiti in un'attesa che, per tradizione, va tenuta nascosta in fondo al cuore.

E allora in macchina ci sono le Pastorali o i cantanti di sempre nello stereo che ormai è touch screen e tutto colorato come una piccola TV, si corre freneticamente per gli ultimi regalini visto che la befana è sempre la befana, soprattutto per i più piccoli, si gozzoviglia negli ultimi pasti post-natalizi che andranno smaltiti con mesi di sacrifici per apparire almeno "dignitosi" all'arrivo della bella stagione, insomma tutto scorre normalmente.

Ma alla mezzanotte dell'7 gennaio, alle 00,00 in punto, allo scadere delle feste natalizie, come direbbe qualcuno appassionato di sport "al fischio finale", molti di noi non pensano a riporre alberi e palline ma pensano a tirare fuori la Processione da esporre in salone.

Eh si, non venitemi a dire che non è vero, dal 7 gennaio anche quei confratelli che ci tengono a fare i vaghi, a far vedere che proprio a loro la cosa non tange fino alla Domenica delle Palme, quelli che con nonchalance e quasi snobberia dicono "mado' già là stai pensando", tutti, dico, tutti in macchina iniziano ad emozionarsi con le marce mentre vanno al lavoro, se rimangono soli a casa un pomeriggio senza mogli che passano la "folletto" mentre vogliono riposare, si scelgono quel DVD da vedersi con calma e se si incontrano con l'amico di sempre, col compagno di una vita dopo il rituale saluto esclamano la fatidica frase..."beh t'ha vestè?".

E' inutile, smentire non serve, è così..

E allora, per alcuni, iniziano le riunioni, chi è immune da questo "morbo"non potrà mai capire la sensazione di una riunione di Settimana Santa, la gioia di "chiudere" una squadra, sapere che gli appuntamenti della Quaresima scandiranno il percorso verso la realizzazione di un sogno.

Le Quarantore coi compagni di sempre, le domeniche di Via Crucis al solito posto con i soliti amici, l'Adorazione alla Croce, le serate in Congrega, saranno tutte pervase da un'attesa e da un'emozione che chi sa e chi l'ha vissuta può capire.

E allora perdonateci se il carnevale a noi non da proprio alcuna scossa, scusate se pensiamo alle zeppole e ai calzoni come un rito preparatorio, vi dirò anche che nella follia il festival di Sanremo viene vissuto come una tradizionale manifestazione che arriva quando in strada avvertiamo già odori e sensazioni solo nostre.

Sarebbe meraviglioso se la città vivesse come noi tutto questo, se il bello che può esprimere Taranto fosse atteso da tutti, commercianti, imprenditori, medici, operai e politici come lo aspettiamo noi e soprattutto vissuto come lo viviamo noi, sarebbe una risorsa per rilanciare la città, per un turismo che non c'è, per un senso di appartenenza che è andato via via morendo..ma così non è e allora ce lo viviamo noi, quasi come "carbonari", come "infetti" nel senso buono della parola, ci riconosciamo, anche nella rivalità, solo da uno sguardo e, tutto sommato, a noi va bene così.

Buon tempo fratelli miei.