lunedì 23 gennaio 2017

Claudio Capraro

C’erano dei gatti nei loro trasportini; uccellini e criceti nelle gabbiette e pesciolini nelle vasche piene d’acqua; quelli più numerosi e, conseguentemente, più rumorosi erano i cani: piccoli in braccio ai loro padroni e grandi al guinzaglio; quelli con il cappottino all’ultima moda e quelli spartani che “tanto la pelliccia ce l’ha data il buon Dio”; quelli con tanto di pedigree e i simpaticissimi meticci; quelli più spaventanti trascinati a fatica dai loro proprietari e quelli un po’ più nervosetti.

 Fatto sta che stamattina poco prima di mezzogiorno riuscire ad entrare al Carmine non era impresa facile.

Oggi, domenica successiva alla memoria liturgica di Sant’Antonio Abate dello scorso martedì 17 gennaio, presso la parrocchia del Carmine, durante la Santa Messa di mezzogiorno si è tenuta la benedizione dei nostri amici animali.

 Il perché Sant’Antonio sia protettore degli animali domestici è stato ampiamente e magistralmente spiegato nei giorni scorsi in questo blog. Cadendo il 17 gennaio in un giorno infrasettimanale, saggiamente don Marco Gerardo ha ritenuto di spostare alla domenica la benedizione dei nostri piccoli amici e approfittando di una tregua della pioggia dei giorni passati, in tanti si sono recati con i loro animali in chiesa per assistere alla funzione.

Io personalmente non ero accompagnato da alcun amico, ma posso assicurarvi che quando ho visto don Marco accarezzare tutti i presenti, allungandosi, facendosi spazio tra gli umani, rivolgendosi agli animali con una parola dolce, mi sono fortemente commosso. 

Per tanti anni, in famiglia, ci ha fatto compagnia un gatto e successivamente una cagnolina, ma attualmente nessun amico peloso, squamato o pennuto vive sotto il nostro tetto. E’ una scelta voluta, dovuta al fortissimo legame che si instaura con questi nostri amici che diventano membri delle famiglie e che spesso consideriamo persone, con le quali parliamo, ci accompagniamo, ci sfoghiamo e con i quali scambiamo vicendevolmente amore.

 E che, proprio come qualcuno di famiglia, quando non ci sono più lasciano un vuoto grande nei nostri cuori. Tutti atteggiamenti spesso criticati e derisi da chi tali sentimenti ed emozioni non ha mai provato.
Alla funzione oltre ai parrocchiani, a chi era venuto per far benedire il proprio animale, erano presenti anche numerosissimi confratelli e consorelle accompagnati dai loro amici, ormai anche loro “figure familiari” nei giorni del triduo quando al guinzaglio di mogli e figli si avvicinano quasi intimiditi ai loro padroni a piedi scalzi e con il volto coperto.

Al termine della funzione, prima di portarsi sul sagrato, don Marco ha voluto ringraziare tutti i presenti: chi è abitualmente presente alla messa al Carmine e chi non lo è; chi ci era andato proprio sapendo della benedizione degli animali; chi ci era andato non sapendolo e ci era rimasto felicemente colpito da tale evento ed infine e forse soprattutto chi ci era andato non sapendo della presenza degli animali e superato il primo, normale sbandamento era rimasto a vivere quella esperienza magari non condividendone le ragioni, ma facendo parte di una famiglia accettando tutti i differenti aspetti di questa.