lunedì 3 marzo 2014

2 marzo 2014


Eccellenza reverendissima, Delegato del Sindaco, Dott. Cimmarrusti Preside dell’Ordine del Santo Sepolcro, Ing. Vecchi Priore Confraternita dell’Addolorata, venerato Padre Sprituale Mons. Marco Gerardo, don Andrea Mortato, don Amedeo Basile, don Marco Crispino, Membri del Consiglio, Confratelli, Consorelle , parrocchiani della Chiesa del Carmine, 

e’ difficile stasera celare la mia emozione, la mia grandissima emozione , per questo evento importantissimo, che stiamo vivendo in questo momento e che non esagero a definire uno dei più rilevanti in questo mio mandato di Priore della Arciconfraternita del Carmine.

Scandisco bene a r c i c o n f r a t e r n i t a perchè noi tutti, membri a qualsiasi titolo della comunità parrocchiale, dobbiamo essere oggi, e per quest’anno più che mai, orgogliosi di appartenere o di condividere la vita confraternale di questo importante antico e titolato Sodalizio.

L’onore che Sua Santità, Papa Francesco, ha voluto concedere alla nostra Arciconfraternita e’ di quelli che restano nella storia: l’Anno Giubilare, che in Santa Romana Chiesa viene celebrato ogni venticinque anni ed in occasione di eventi importantissimi per il mondo cattolico, è stato concesso alla nostra comunità in occasione del 250° anniversario della donazione delle statue di Gesù Morto e dell’Addolorata da parte della famiglia Calò al nostro Sodalizio, e da oggi sino al 5 di aprile del prossimo anno renderà la nostra Chiesa degna di donare, a chi si intratterà in preghiera al suo interno, l’Indulgenza Plenaria dai peccati, che, capirete bene, a livello simbolico e pratico e’ quanto di più importante possa esserci nella vita di un cristiano cattolico. 

Ci troviamo, dunque, ad inaugurare oggi, un anno che vedrà protagonista la Confraternita e i suoi simulacri più antichi, quelli più venerati e “coccolati” sia dai confratelli che dai fedeli tarantini, la Mamma nostra Addolorata e il Suo Figlio deposto dalla Croce. 

I simboli della Pietà michelangiolesca , i simboli del dolore assoluto quello di una Mamma che piange il suo Figlio e del Suo Figlio che, immolatosi per i peccati di tutti noi, e’ piagato nel corpo dopo essere stato brutalmente torturato e crocifisso.

Ma, questi sono anche i simboli della “rinascita” e della “resurrezione”, perchè senza passione non ci sarebbe la resurrezione e senza la morte in Croce non ci sarebbe l’inizio della vita cattolica e della speranza, quindi i simboli del “dolore” assoluto, paradossalmente, diventano quelli del “donare” assoluto. Come donazione fu quella che Francescantonio Calò, nel lontano 1765 volle fare alla nostra Confraternita , che per decoro e assoluta devozione alla Beata Vergine del Monte Carmelo, meritò, agli occhi del Calò, l’onore di custodire i due Simulacri e di organizzare e perpetuare la tradizione di portarli in processione nel giorno del Venerdì Santo .
Ecco spiegato il logo celebrativo dei 250 anni, la mano dei Calò che donano una corona, quella di spine che cinge il capo di nostro Signore e un cuore, quello trafitto dai dolori e retto nella mano dalla Beata Vergine Addolorata. 

Una donazione della quale da duecentocinquant’anni, quasi tre secoli, noi siamo testimoni e custodi, e della quale per altrettanto tempo, non vi sono dubbi, il nostro Sodalizio continuerà a meritarsi l’onore ricevuto da Don Francescantonio Calò.

Con quell’atto di donazione, si e’ dato inizio, dicevo, ai riti della Settimana Santa tarantina che, prendendo spunto dalle parole si S.E. nostro Arcivescovo, devono essere un veicolo di solidarietà e condivisione, devono essere il “veicolo” principe per la carità .

Essi sono un volano di “buona” pubblicità e quando dico pubblicità intendo non reclame, ma di carità, spiritualità e condivisione rese pubbliche dai nostri Riti, che per quei tre giorni mostrano ai fedeli, ai cittadini e oggi, grazie alle nuove tecnologie, a tutto il mondo, il lato spirituale di una Città intera che, nella notte tra il venerdì e il sabato Santo, si trova per strada e si riversa nelle vie del borgo cittadino, raccolta in silenziosa preghiera e in sincera mistica devozione, ai lati della nostra processione, che da tre secoli quasi e’ immutata nella sua “decorosa” bellezza. 

I confratelli incappucciati che scortano i simboli portati in processione , nel loro lento e silenzioso incedere, con il loro sacrificio, perpetuano ancora oggi, con il bordone in mano e il tipico cappello, l’avvicinarsi a Dio che fu dei pellegrini verso Santiago de Compostela, accompagnando, idealmente, una città martoriata come la nostra in un pellegrinaggio immutato nei secoli verso nostro signore ..ecco..la Confraternita che accompagna Taranto, scortandola silenziosamente, verso Gesù e la Madonna. Questo pensò, sicuramente, Francescantonio Calò decidendo di donar”ci”, e con questo gesto donandole alla Città intera, le Statue circa tre secoli fa.

I riti possono e devono essere, dunque, un veicolo di unione tra la Confraternita del Carmine che mirabilmente, lasciatemelo dire, li organizza da 250 anni, e la città che li ammira sempre e da sempre come se ogni anno fosse il primo. 
Dovrebbe venir facile una sinergia tra le parti sociali, economiche, religiose e laiche della nostra città affinché di questa sinergia potessano beneficiare tutti, dal singolo appassionato di queste cose , al Confratello che partecipa attivamente ai riti, dalla persona che, magari, scettica si avvicina per conoscerci a chi da sempre studia i nostri riti. 

Eccellenza reverendissima, desidero ringrariarLa per aver accolto le nostre richieste finalizzate a celebrare questa nostra importante ricorrenza. Grazie per averci consentito di vivere questo Anno Santo cosi carico di grazia che, ne sono certo, rimarrà indelebile nella nostra mente e nel nostro cuore.

Grazie alle autorità che hanno voluto presenziare a questa funzione che segna l’inizio di un anno importante della nostra comunità

Oggi però e’ quasi tempo di Quaresima e da Confratello, prima che da Priore, saluto l’inizio delle Quarantore che, per noi Confratelli, segnano l’inizio dei giorni a noi tanto cari. 

Vi abbraccio uno ad uno fratelli miei, augurandomi che quest’anno, così importante per noi rimanga nella memoria di ciascuno di voi come un ricordo e un avvenimento da tramandare a chi ci seguirà nel cammino .

Decor Carmeli