giovedì 20 marzo 2014

Luciachiara Palumbo



Quando guardiamo alla Passione di Cristo, protagonista indiscusso è certamente il nostro Gesù. Ripercorriamo passo dopo passo, tappa dopo tappa il suo cammino che conduce inesorabilmente alla morte. Non sempre però ci soffermiamo il dovuto in quel punto di infinita dolcezza e di immenso dolore dato dall'incontro di Maria con il Figlio. Il personaggio della Mamma rischia di diventare pari a quello della Veronica, delle pie donne, del Cireneo e quasi assume dimensione di sfondo della storia. E' forse il suo atteggiamento di silenzio, il suo quasi mettersi da parte in un progetto molto più grande di lei, che l'ha caratterizzata sin dalla nascita di quel bimbo, non solo figlio di Dio ma anche suo, che ci trae nell'errore di non dedicarle le meritate parole riguardo a questa vicenda. 

Nella via Crucis di padre Serafino Marinosci, che eseguiamo nella Chiesa del Carmine durante le cinque domeniche di Quaresima, Maria più volte irrompe nella narrazione con le sue lacrime silenti. "Sento l'amaro pianto della dolente Madre, che gira tra le squadre in traccia del suo Ben".
  

In lontananza si ode l'angoscia, l'ansia di una donna in cerca del suo Amore. La ricerca del proprio figlio ha già contraddistinto Maria quando il piccolo Gesù era rimasto nel tempio a predicare. Sono passati anni, la giovane mamma, che correva con lo sposo spaventata ma cosciente che non era giunto il momento, ora è a conoscenza che pochi istanti la separano da quel crudele quanto necessario distacco. 
Nella confusione della gente che accorre e guarda si solleva un grido disperato: "Madre, addio". Due parole, piccole ma cariche di significato trafiggono il cuore della donna, la cui bellezza sfiorisce e quasi priva di anima diventa una statua di pietra."Più fier del dolor mio, il tuo mi passa il sen". Forse non vi è una frase migliore di questa per mostrare l'umanità di Maria. Sembra proprio di vedere le nostre mamme che trascorrono intere notti a vegliare su di noi, quando siamo malati. Si ammalano con noi eppure sono instancabili. Proprio perchè l'amore non può misurarsi, l'amore è per sempre. 

"Veder l'orrenda morte del mio Signor non puote". La morte di Cristo spezza il cuore della madre ed ella viene vinta dalla sofferenza. "Tolto di croce il figlio, l'avide braccia stende. L'afflitta madre prende nel grembo il suo morto Ben". Ritorna agli occhi il Bimbo Gesù appena nato, infreddolito, stretto nella braccia della mamma che lo riscaldava col suo sorriso: "Bacia quel freddo volto e se lo stringe al sen". Ed ecco che " Muta, trafitta,immobile, Madre dolente stai. E dal diletto esanime gli occhi staccar non sai". Quasi il suo sguardo consuma il suo piccolo grande uomo che davanti a lei non le può parlare.
Ma Maria, madre del silenzio, vinta dal dolore ne esce vincitrice. 
Ha abbracciato un nuovo figlio:  L'UMANITA'.